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Sicurezza informatica: da oggi si può fermare il vicino che ti ruba il Wi-Fi

Da Apietrarota

 

Da quando sono state inventate le reti Wi –Fi privacy e sicurezza sono state messe a dura prova dalla facilità con cui malintenzionati, anche non dei veri e propri hacker, riescono a carpire il segnale e ad entrare nelle reti all'interno degli edifici anche se criptate, con le conseguenze del caso in termini di sottrazione di dati o semplicemente per utilizzare la connessione internet altrui a iosa.

Al di là della qualificazione giuridica e delle ovvie sanzioni penali previste per chi sottrae dati da altri o naviga in rete sfruttando l'altrui connessione, che per Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti" vale la pena di ricordare, per far fronte a tali problemi è stato realizzato in Francia un tipo di rivestimento ad un prezzo accessibile che scherma il segnale wireless salvaguardando la ricezione e la trasmissione di altri tipi di onde tipo quella del cellulare.

Il sistema recentemente inventato utilizza uno speciale inchiostro conduttivo che contiene cristalli di argento in grado di bloccare o indirizzare le specifiche frequenze dello spettro Wi-Fi. In buona sostanza le onde vengono trasmesse nell'edificio ma quel segnale determinato non oltrepassa la barriera costituita dal rivestimento in questione.

La novità della scoperta sta nel fatto che sino a poco tempo fa l'unico strumento per proteggere i propri dati trasmessi in Wi – Fi era quello di imbottire il luogo da tutelare con strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti per le finestre creando così una cosiddetta una gabbia di Faraday "a prova di segnale" imbottendo le pareti di strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti alle finestre.

Gli effetti "collaterali" di queste gabbie oltre a comportare costi elevatissimi, sono quelli di schermare completamente gli edifici non consentendo, quindi, la ricezione e la trasmissione di altri tipi di segnali.

Tornando ai giorni nostri, anche se al momento il sistema sviluppato dai francesi è ancora un prototipo, i ricercatori dell'Istituto di Tecnologia di Grenoble si dicono convinti di riuscire a commercializzare il prodotto entro il prossimo anno ed a costi di non molto superiori a quelli di un rivestimento per pareti convenzionale.

Pur costituendo un grande passo in avanti per la tutela della privacy e per la sicurezza dei propri dati, è ovvio che tale tipo di tecnologia debba essere migliorata perché richiede il rivestimento totale dell'ambiente e non esclude che finestre, o porte, possano costituire una via di fuga per le onde in questione. D'altronde, non si può pretendere che una stanza o un intero edificio sia senza porte e finestre.

Lecce, 10 giugno 2012     

Giovanni D'AGATA




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