Siem Reap
Sono le 6 e io sono in piedi, mi tocca fare un bel pezzo in bici sulla brutta strada e con i miei due zaini. Ma il pensarci non mi scoraggia visto che il cielo è bellissimo, tutto azzurro con delle nuvole sparse qua e la che danno quella pennellata magica al quadro.
Mi tocca prendere anche la barca e poi un pullman che mi porterà al confine. Sono molto em
ozionato, non era nel mio piano fare anche questo paese, ma la lettura di Terzani e il fascino dei templi di Angkor mi ha hanno fatto venire l'appetito.
Questo paese ha una storia allucinante e molto affascinante, non ne sapevo molto ma in questo periodo mi sto interessando.
Le pratiche per il visto sono lunghe, quasi un’ora, e ad ogni foglio che ti consegnano da compilare ti chiedono un dollaro, più il visto che costa 23$.
Tirando fuori il mio passaporto al poliziotto il ragazzo dietro di me dice “ Te si italian anca ti?!” stupito dall’accento mi giro e gli dico “Ti te si veneto?”.
E’ Martino, un ragazzo vicentino che non conosco di persona ma “caso” vuole è il figlio del mitico Carletto di Fimon, il proprietario della mia osteria preferita nel Veneto.
Martino è un grande, un grande viaggiatore e una bellissima persona. Il suo viaggio è iniziato in giugno da Trieste, un viaggio speciale, un viaggio in bici. Ha fatto la Russia, Kazakistan, Cina e poi ha incontrato il suo compagno di viaggio per “caso” che invece voleva fare il Mekong in kayak. Martino da persona che segue la pancia decide di mollare la bici e proseguire a fare il fiume più importante e affascinante in kayak. Facciamo 3 ore in pullman insieme, lui mi racconta le sue avventure e i suoi progetti. Vuole arrivare in Vietnam e raggiungere l’oceano e poi volare in Australia a lavorare in fattoria e fare il formaggio.
“Carletto a te ghe proprio un bravo fiojo”...mi saluto con Martino mi faccio la foto con lui, così appena torno nel veneto mi faccio offrire la mia prima birra da Carletto dopo 10 anni che ci vado.
Il viaggio è ancora lungo e scopro che a Siem Reap arriveremo in tarda serata, io non ho prenotato la guest house e mi informo se qualcuno dei viaggiatori che ci sono con me lo ha fatto.
Indago i vari prezzi e decido di aggregarmi a due Svedesi.
Arriviamo verso l’una ed è tutto buio, odio viaggiare di giorno e arrivare la notte.
Non vedo l’ora di farmi la doccia e sdraiarmi sul letto. Il posto è molto pulito e sembra quasi un albergo. Riesco a farmi anche la barba visto che per quai 10 gg non mi sono mai visto allo specchio.
Mi distendo nel letto e sento un forte acquazzone, è proprio bello, sembra una sinfonia, è a mia prima pioggia in Asia ed è veramente romantica...
laku noc...
p.s. il mio ultimo giorno i Laos non ha parole ma solo le foto che ho pubblicato qualche giorno fa...un giorno indimenticabile
why not!?
mr.d