LA DIVINA BELLEZZA è VISIBILE FINO AL 27 OTTOBRE
Il pavimento del Duomo di Siena che per la sua straordinaria bellezza fu definito da Giorgio Vasari nel 1568 “Il più bello, grande e magnifico pavimento che fusse mai stato fatto” è tenuto in gran parte coperto da appositi cartoni in modo da preservarne il più possibile l’integrità e la bellezza dal calpestio dei fedeli e dei numerosi visitatori della Cattedrale. L’impresa decorativa, iniziata a partire dal XIV secolo, si è conclusa soltanto nell’ottocento. Pur essendo stato realizzato in un arco di tempo plurisecolare, emerge con forza dallo studio progressivo delle diverse figurazioni, un programma unitario che guida il percorso dall’ingresso – con l’enigmatica figura di Ermete Trismegisto – attraverso poi l’antichità classica – con le sibille e le due allegorie del Monte della Sapienza e della Ruota della Fortuna – per passare successivamente alla storia del popolo ebraico ed alle vicende della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, costantemente evocato ma mai rappresentato nel pavimento, ma presente sull’altare verso cui converge l’itinerario artistico e spirituale. I 56 cartoni preparatori furono realizzati da numerosi artisti e la tecnica che fu utilizzata per la realizzazione del pavimento è quella del commesso marmoreo e del graffito. Si iniziò in modo semplice, per poi raggiungere gradatamente una perfezione sorprendente tanto che le tarsie appaiono quali opere pittoriche, con le loro numerose gradazioni cromatiche. La scopertura del pavimento del Duomo di Siena è un evento straordinario, un’esperienza di grande suggestione per la mirabile visione di un capolavoro unico al mondo che, purtroppo, per essere preservato, deve essere tenuto nascosto al pubblico per la maggior parte del tempo.