La Sierra Leone è il Paese africano da noi noto per cosiddetti e famosi “diamanti insanguinati” e per una terribile guerra civile, che nel lunghissimo periodo l’ha sfiancata e ha ridotto la sua gente in povertà estrema.
Da qualche tempo, tuttavia, con la pace è sopraggiunta,almeno pare, a piccoli passi, un’accettabile ripresa economica, che uno studio mirato dell’Ecowas /Cedeao, in questi giorni, non ha mancato di rendere noto all’opinione pubblica internazionale.
Esso parla di discreti raccolti nel settore dell’agricoltura e di prezzi più che buoni per la vendita dei minerali ferrosi sul mercato mondiale, di cui è ricchissimo il sottosuolo.
Nell’area, sempre secondo il Rapporto dell’Ecowas/Cedeao, la crescita attuale sarebbe per la Sierra Leone addirittura del 18,3% rispetto agli altri Stati della stessa regione.
Eccezione fatta per il Mali e per la Guinea Bissau, di cui conosciamo purtroppo le difficoltà del momento.
Il dato, però, è stato immediatamente contestato come eccessivamente ottimistico da alti funzionari del Paese, come ad esempio, il capo-ricercatore della Banca Centrale, il quale fa giustamente osservare che i giovani(e sono tanti) hanno grosse difficoltà a trovare lavoro.
E,diciamo pure, che a trovarlo, quando va bene , su dieci ci riescono magari in tre ,e si tratta quasi sempre di lavori precari.
E più della metà delle famiglie (63%) continua a vivere con meno dell’equivalente di un euro al giorno.
Pertanto non si può affermare che la povertà è stata sconfitta e, meno che mai, parlare di crescita in toni enfatici.
Inoltre sempre la stessa fonte contesta in particolare (ed è cosa in effetti molto grave da parte dei governanti della Sierra Leone) le tasse applicate alle multinazionali, quelle che operano in loco e che hanno ottenuto vantaggiosissime concessioni minerarie.
In conclusione se non si dà un colpo di spugna alla corruzione politica in Sierra Leone e/o negli altri Paesi africani, quelli in cui è più che tangibile (e non solo lì : Italia docet di questi tempi), non ci sarà mai reale crescita e giustizia sociale per qualsivoglia contesto.
Eccezione fatta, naturalmente, per le lobbie. Quelle hanno lunga vita e sono inossidabili e inattaccabili sotto qualunque cielo.
I discorsi di facciata così come i documenti (vedi lo studio dell’Ecowas/Cedeao ) sono soltanto fumosi e ingannevoli e creano,anzi, dannose situazioni di stallo.
Un pantano da cui poi diventa difficilissimo uscire.
E, nel caso della disoccupazione giovanile e/o mancanza di lavoro comunque, cominciamo, infatti, a capire da un po' di tempo a questa parte che cosa sia anche a casa nostra.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)