A quanto pare la ripresa della Sierra Leone è un crescendo decisamente in positivo.
Lo riferiscono le statistiche del primo semestre del 2011, ad esempio, alla voce turismo.
Le cifre recitano un fatturato di 13,3 milioni di euro per il periodo.
Infatti, se si va a dare uno sguardo all'anno precedente, il fatturato della voce "turismo" e, stavolta, per l'intero anno non supera ,quali entrate per le Casse dello Stato, i sette milioni di euro.
A rovinare la festa però e a spegnere l'entusiasmo degli abitanti e degli adetti a questi servizi, che in verità si fanno in quattro quanto ad accoglienza e ospitalità del turista, ci si sono messe di mezzo, ultimamente, le alghe.
Perché, di questi tempi, piuttosto magri un po' per tutti nel mondo, il turismo tira in Sierra Leone?
Nel Paese, chiarisce il direttore del National Tourist Board (NTB) della Sierra Leone, c'è un continuo andirivieni di uomini d'affari, provenienti da ogni parte del mondo.
La Sierra Leone è, infatti, la terra dei famosi diamanti "insanguinati" e non solo.
Il sottosuolo è ricco di altri minerali pregiati, che non possono non fare gola agli affaristi occidentali e ,oggi, ahimé ,anche ai cinesi.
Una sottolineatura a parte,quest'ultima, della storia dell'Africa odierna.
E le spiagge da sogno, con angoli suggestivi e albe e tramonti mozzafiato, buona cucina e ottima compagnia,concorrono anch'esse ad unire, per l'uomo d'affari ideal-tipo, il top del business e del relax.
E le alghe?
Alghe brune e dense, fortunatamente( a detta di chi le ha analizzate) non tossiche, minacciano a ritmo sostenuto litorali , spiagge e isolotti circostanti, mettendo in "forse" una ripresa da tanto agognata e sopratutto ,nell'immediato, finalmente "possibile", dopo anni di guerra.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)