Roma è l'unica città che fa una guerriglia costante ai tavolini all'aperto. Il risultato di questa guerriglia, che Roma fa Schifo è l'unico organo di informazione cittadina a raccontare in maniera diversa ed a individuare come un enorme problema di visione, è duplice: da una parte porta le aziende poco serie a stare nell'abusivismo, dall'altra porta le aziende serie a soffrire ed a chiudere.
Questi sono i risultati di primo livello. Il risultato di secondo livello, invece, è il degrado della città: tavolini para-abusivi dall'aspetto orrendo (nessuno investe su dehors che da un momento all'altro possono esserti tolti o che ti possono essere revocati anche se regolari se l'amministrazione decide di approvare una norma, come la follia dei Piani di Massima Occupabilità) e spazi pubblici che vengono invasi da altri elementi - per lo più autovetture, ma anche commercio ambulante più o meno abusivo - quando sarebbero perfettamente vocati per i tavolini.
Tutto questo mentre tutte le altre grandi città occidentali, nessuna esclusa, puntano - pur non avendo le bellezze da godere stando all'aperto e il clima favorevole che ha Roma - sui dehors come servizio per i turisti, come volano per l'economia e dunque per il gettito fiscale, per la crescita dei posti di lavoro. La nostra città, per squallide questioni ideologiche (e anche a causa di una classe imprenditoriale orrenda, nel mondo della ristorazione), si perde tutto questo.
Questa lettera da parte di un ristorante di buona qualità situato a pochi metri dal Colosseo (circondato invece da decine di ristoranti mediocri) spiega davvero tutto. Spiega a quale calvario sono sottoposti gli imprenditori che provano, nell'immondo scenario romano, a stare nella legalità.
Leggete che roba: il Comune qui rinuncia a posti di lavoro, a gettito fiscale, rinuncia a dare sicurezza ai pedoni ed ai turisti, rinuncia a combattere la sosta selvaggia, rinuncia ai versamenti di tassazione dell'occupazione di suolo pubblico. E, facendolo, non ha neppure il coraggio di rispondere di no dando la sicurezza a quell'operatore di non poter crescere (permettendogli magari di scegliere di andare da altre parti della città o, meglio, di chiudere e riaprire all'estero): semplicemente oppone il silenzio. Al massimo chiede nuovi progetti, come se gli architetti fossero gratis. Tutti sanno come si risolvono queste cose negli uffici, nei municipi e nei dipartimenti del Comune di Roma. Si risolvono con le mazzette anche se la lettera di Caffè Propaganda, elegantemente, non lo dice.
Tutti i locali circostanti, locali quasi sempre di pessimo livello che ricoprono di vergogna la città e lasciano un ricordo orrendo nella mente dei turisti (pensiamo ai ristoranti su Piazza del Colosseo) hanno i tavolini all'aperto, Caffè Propaganda che è il ristorante migliore della zona no: forse perché ha la colpa di tener pulito, pagare le tasse e segnare i dipendenti. A perderci non sono solo loro, ma tutta la città.Dietro a Caffè Propaganda, tra gli altri, c'è Maurizio Bistocchi. L'imprenditore che ha creato posti - andateli a visitare, andateci a mangiare - come Litro al Gianicolo e il nuovissimo Banco a Via Ostiense. In tutti i casi posti di grande cura, di grande garbo e di qualità enormemente sopra la media. Banco, ad esempio, ha appena aperto e si è occupato di riqualificare un pezzetto altrimenti marcio e degradato di Via Ostiense con giardini verticali ed un'opera di street art. Questi imprenditori per il Comune di Roma sono il fumo negli occhi: perché generalmente non si fanno ricattare col rito della mazzetta. E dunque sono personaggi poco profittevoli, poco sexy per l'amministrazione: è gente per lo più onesta, destabilizzante per la città di Roma.
Gli imprenditori di Propaganda si rivolgono al Sindaco Marino. Ovviamente la cosa non è così semplice: questo genere di impostazione mentale il Comune di Roma ce l'aveva prima di Marino (non a caso il calvario di Propaganda conta più di tre anni e mezzo e Marino c'è da due anni) e ce l'avrà dopo. Sia, come abbiamo detto, per motivi ideologici, sia perché tenere tutto bloccato serve ad una parte dell'apparato cittadino che così può lucrare sul dividendo enorme della corruzione. Se io dico no a tutti, posso dire qualche sì a chi mi foraggia. Questo il ragionamento di una frangia dei vigili, questo il ragionamento di una frangia della Sovrintendenza e di una frangia degli uffici e dei funzionari cittadini. E', semplicemente, Mafia Capitale. Quella cosa che fa fuggire gli imprenditori onesti e rende la città un posto povero, degradato, miserabile e squallido. E' una tipologia di Mafia Capitale che fa più danni della Mafia Capitale di Buzzi e Odevaine, loro pare abbiano sottratto 100 o 200 milioni. Qui stiamo parlando di danni per miliardi, da moltiplicarsi per ogni anno. Qualche mese fa, e questo vi dice tutto sulla malattia mentale con la quale sono vissuti a Roma i tavolini all'aperto, abbiamo sentito una consigliera del Primo Muncipio affermare: "meglio non riqualificare Piazza del Colosseo anche se pagano i privati, perché poi rischiamo che con i marciapiedi più larghi ci mettono qualche tavolino in più". A Roma (e in particolare oggi nel Primo Municipio, amministrato in maniera sciocca) siamo - per stupidità, per ideologia o per cattiva fede, a seconda dei casi - nella stessa condizione del marito che, tradito dalla moglie, decide per dispetto di tagliarsi il pisello. Geniale...
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Lettera Aperta al Signor Sindaco Supremo Ignazio Marino:Buongiorno signor Sindaco dopo 3 anni e 7 mesi , dopo 4 progetti diversi presentati costati tantissimi soldi tra consulenti urbanistici e avvocati le chiediamo anzi la preghiamo di sbloccare la richiesta per i tavoli esterni al nostro locale... Tutti i locali del Rione Celio hanno i tavoli esterni tranne noi... Lei capisce Signor Sindaco in estate che danni ci crea? Noi diamo lavoro a circa 22 persone tra chef, barman, runner, lavapiatti, addetti alle pulizie, segretaria d'ufficio, tutto personale regolarmente segnato, muoviamo l'economia di circa 35 fornitori italiani divisi tra food e beverage con materie prime scelte e molte di queste a km zero dando forza al nostro territorio laziale, siamo nelle più importanti guide internazionali dando un servizio di alta qualità alla nostra città, rispettiamo gli orari, la pulizia e il buon rapporto con il vicinato... perché dobbiamo subire questa prepotenza da parte del Comune Di Roma?
Perché la Sovrintendenza capitolina non esprime un parere? Ci siamo anche offerti di rifare a nostre spese il marciapiede inesistente all'esterno diroccato, distrutto da buche e sanpietrini divelti, dove non ci sono nemmeno le rampe di accesso per i disabili, dove le macchine con i lori musi parcheggiano dentro il nostro locale sfiorando le vetrine e ostruendo il passaggio dei tantissimi turisti che vengono a visitare il Colosseo dato che siamo a 300 metri dal monumento più importante della città in Via Claudia 15, infatti la cosa bella signor Sindaco che non siamo nemmeno davanti al Colosseo siamo verso il Celio, non catturiamo turisti in esterno noi siamo un bistrot elegante e riservato.
Caro signor Sindaco noi troviamo tutto questo assurdo e purtroppo essendo delle persone oneste non facciamo nulla di abusivo... ma voi state costringendo gli imprenditori onesti a scappare da questa città per investire in altri posti magari all'estero dove la politica è vicina a chi investe e da lavoro a tante persone, qui sembra che noi siamo i vostri nemici da combattere, qui non c'è rispetto per chi lavora dalla mattina alla sera voi siete cattivi... si siete cattivi non ci sono altre parole per definire tutto questo menefreghismo, questa è soltanto pura cattiveria. Perché la Sovrintendenza capitolina non esprime un parere? Ci siamo anche offerti di rifare a nostre spese il marciapiede inesistente all'esterno diroccato, distrutto da buche e sanpietrini divelti, dove non ci sono nemmeno le rampe di accesso per i disabili, dove le macchine con i lori musi parcheggiano dentro il nostro locale sfiorando le vetrine e ostruendo il passaggio dei tantissimi turisti che vengono a visitare il Colosseo dato che siamo a 300 metri dal monumento più importante della città in Via Claudia 15, infatti la cosa bella signor Sindaco che non siamo nemmeno davanti al Colosseo siamo verso il Celio, non catturiamo turisti in esterno noi siamo un bistrot elegante e riservato.Caro signor Sindaco noi troviamo tutto questo assurdo e purtroppo essendo delle persone oneste non facciamo nulla di abusivo... ma voi state costringendo gli imprenditori onesti a scappare da questa città per investire in altri posti magari all'estero dove la politica è vicina a chi investe e da lavoro a tante persone, qui sembra che noi siamo i vostri nemici da combattere, qui non c'è rispetto per chi lavora dalla mattina alla sera voi siete cattivi... si siete cattivi non ci sono altre parole per definire tutto questo menefreghismo, questa è soltanto pura cattiveria.Da parte di tutto lo staff del Caffè Propaganda Via Claudia 15 Rione Celio