Sei informato/a sull’Hiv? Questa la domanda che campeggia sul sito ufficiale della Giornata Mondiale contro l’Aids, http://www.worldaidsday.org/
La domanda infatti è questa: quanto, a distanza di tre decenni dai primi casi della malattia, il pubblico generale sa dell’Hiv/Aids?
È noto a tutti che una persona che ha contratto il virus ma sta seguendo con successo una terapia ha una possibilità praticamente nulla di contagiare il suo partner, anche in caso di rapporti non protetti?
È noto a tutti che esistono tecniche per evitare la trasmissione della malattia da madre a figlio durante il parto?
È noto a tutti che una persona sieropositiva correttamente curata avrà un’aspettativa di vita simile a quella di ogni altro cittadino?
La situazione delle terapie(Lancet): oggi nel trattamento delle persone con Aids prendono sempre più importanza le complicazioni a lungo termine della malattia cronicizzata. In altre parole, l’altra faccia della medaglia del migliorato accesso alle terapie antiretrovirali e al loro migliore funzionamento, con conseguente aumento dell’aspettativa di vita delle persone sieropositive, ha fatto sì che oggi la preoccupazione per questi pazienti siano le complicazioni come malattie cardiovascolari e cancro che possono arrivare in età più avanzata. Anche perché il trattamento non “cura” i pazienti, che comunque non vedono il loro sistema immunitario risanato, e anzi l’uso prolungato di farmaci antiretrovirali può avere nei decenni degli effetti tossici, con ripercussioni metaboliche o danni agli organi.
Ma quanti sono, dunque, questi pazienti? I nuovi dati pubblicati dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) congiuntamente alla sezione Europa dell’Oms parlano chiaro: sono sempre di più.
Nel 2012 ci sono state oltre 131 mila nuove infezioni nel continente, 10 mila in più che nell’anno precedente (+8%). Il pericolo Aids è dunque tutt’altro che debellato, e il trend di contagi in continua crescita, seppure asimmetrica, visto che a crescere di più sono le regioni dell’Est europeo e dell’Asia centrale (+9%) e meno quelle dell’Unione europea e della European Economic Area (+1%). In numeri assoluti questo si traduce in quasi 102 mila nuove infezioni nella prima area, e oltre 29 mila nella seconda.
L’accesso ai farmaci antiretrovirali diventa ora cruciale per tutte queste persone, ma è importantissimo per il futuro anticipare la diagnosi di ogni eventuale contagio. “Sappiamo che iniziare prima la terapia può permettere alle persone sieropositive di vivere più a lungo e in migliore salute, e di ridurre il rischio di contagiare gli altri”, ha spiegato Zsuzsanna Jakab, direttore della sezione regionale europea dell’Oms. “Sebbene la fine dell’epidemia di Hiv in Europa sia ancora lontana, il goal di arrestare e invertire il trend di diffusione dell’infezione è raggiungibile nella maggior parte delle nazioni”.