Sigh

Creato il 25 febbraio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Giuliano Ferrara torna in Rai, col botto. Condurrà un programma nello spazio storico di uno dei più grandi giornalisti italiani: Enzo Biagi. Il suo Radio Londra sostituirà Il Fatto subito dopo il telegiornale delle venti.

Ferrara, tornato in auge, conclude così la sua escalation nella campagna pro-Berlusconi.

Turboberlusconiano, allontanatosi dal premier nel 2007 per buttarsi nelle battaglia sui temi etici terminata con il flop della lista No Aborto nel 2008, Giulianone è accorso in aiuto al Cav. morente colpito dal Rubygate.

Ha ripreso a firmare articoli su Il Giornale, impoverito dalla partenza di Vittorio Feltri, eclissando un po’ la sua creatura Il Foglio. Si è prodigato in una strenua difesa del Padrone in un’intervista fiume di 6 minuti concessa  Minzolini. Infine, l’eclatante manifestazione anti-puritana, con tanto di mutande stese, al Teatro Dal Verme. Ora l’approdo nel prime-time, giusto per godersi un po’ di berlusconismo quotidiano. 

Pare che l’idea sia del direttore generale della Rai Mauro Masi, discusso e dato sulla via del tramonto che però con questa iniziativa ha giocato in contropiede guadagnando molti punti.

Il palinsesto della cosiddetta tv di Stato si arricchisce così di un’altra figura molto vicino al premier. Di recente sono stati lanciati in prima serata i programmi di Bruno Vespa e l’atteso Il Bene e Il Male di Vittorio Sgarbi, risposta di destra a Vieni Via Con Me, che potrebbe vedere nel cast addirittura Nicole Minetti.

Non può che rallegrarsi Marco Travaglio, che ha commentato così ad Affari Italiani:

Benissimo, finalmente! A Rai1 si sentiva proprio la mancanza di una voce vicina al presidente del Consiglio. E’ una rete piena di comunisti. Era ora che si riequilibrasse un pò tutto quell’anti-berlusconismo.

Ferrara è di sicuro l’erede naturale di Enzo Biagi. D’altronde l’equilibrio dell’Elefantino è noto a tutti. Un uomo così indipendente e lontano dalla politica come lui non potrà che far bene a Rai1, ne sono certo. Il direttore generale Masi, dopo aver predicato imparzialità e contraddittorio, adesso finalmente potrà essere contento.


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