C’è vento, piove, c’è un uomo che passeggia in balcone, non c’è un uomo che passeggia in balcone, però c’è una tenda che si muove, si muove per effetto del vento, così io credo che ci sia qualcuno in balcone, ma non c’è nessuno, c’è solo il vento, non mi spiegherò mai a sufficienza questo fatto che le cose inanimate si muovono, che per muoversi non c’è bisogno di essere dei viventi, che forse la parola vivente ha un altro senso e noi l’abbiamo completamente travisato.
Ho letto Lettera a D. di André Gorz (Sellerio, Traduzione di Maruzza Loria), mi sono appuntato varie cose, tra queste c’è una frase che dice: “Non avevi avuto bisogno di scienze cognitive per sapere che senza intuizioni né affetti non c’è intelligenza né significato”.
Quando lo scrittore scrive, muove le cose, mette in moto la materia ineffabile, il lettore poi crederà di aver visto qualcuno muoversi in un posto dove normalmente non c’è nessuno, ma è l’arte dello scrittore, lo scrittore si limita a soffiare, a far muovere l’intuizione, ed è questo che dà significato.