Singolare romanzo! Romanzo “colto”, rivisitazione del “mito” attraverso un’esplorazione anche di tipo psicologico.
La storia di Medea e Giasone, il viaggio degli Argonauti: storia forte e delicata allo stesso tempo; percorso di anime tormentate; personaggi potenti, scolpiti con un linguaggio che ti trasporta in terre, in mondi, in tempi ed atmosfere che affascinano ed incantano.
In una struttura narrativa robusta, costruita con grande abilità linguistica, si intrecciano mito e affabulazione, fantasia e verosimiglianza, sogno e ricordo, sempre sostenuti da una ricerca accurata del ‘particolare’, dall’aderenza al fatto storico.
Prendono vita, così, e si umanizzano i personaggi , rivisitati ma fedeli al mito; sospesi in una dimensione dove elementi fantastici e realismo descrittivo contribuiscono a dar loro spessore e concretezza.
Si intrecciano vite e destini, s’incontrano figure emblematiche, si susseguono eventi epici e drammatici, si compiono profezie ed oracoli. E ogni personaggio, ogni elemento della storia, anche minore, possiede incisività e significato.
Su tutti, giganteggia Medea, principessa della Colchide; madre-terra e “lupa”. Governata dai contrasti: “figlia del sole”, quando ama; figlia delle “tenebre lunari”, quando è posseduta dalle forze oscure della sua “magia”. Tragica figura, che porta in sé, sin dall’infanzia, il presagio di un destino funesto.
“Sei tu la lupa che azzannò i suoi cuccioli?” chiedono, “Sei la Signora dei filtri?” “Sono io…” rispondo, “…ma un tempo, ero la Figlia del Sole”.
“…Si, Orfeo. Medea di Colchide NON SI DIMENTICA”. (Ida Verrei)
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