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Signora, la farà la neve?

Da Phoebe1976 @phoebe1976

Signora, la farà la neve?

Photo.jpgE insomma, alla fine ha nevicato pure qui. Non tanto, trenta centimetri abbondanti, ma sufficienti a tenermi a casa dal lavoro venerdì e murarmi in casa nel fine settimana. Poco male, l’ebook reader (mio) e la Xbox (dell’Amoremio) ringraziano per il prolungato utilizzo e le attenzioni ricevute.

Ho pure provato a fare i muffin con il cuore di marmellata mela e cannella, ma gli esiti sono stati così schifosi da scoraggiarmi all’idea della foto rituale.

Vabbè, insomma. Oggi va meglio.

La neve non cade più, c’è il sole e fa freddo di quell’aria ghiacciata che c’è solo da Sapore di mare. Avete presente? Sì, dove vendono i surgelati.
Ecco, uguale.

Il lago è sempre ghiacciato, di uno strato sottilissimo e splendente che sembra fatto apposta per far pattinare le papere.

Le onde increspate e rimaste ferme lì sono uno spettacolo per residenti e  turisti, anche se niente a che vedere con il 1985: è solo uno strato sottilissimo, come uno specchio. Tuttavia ciò non ha scoraggiato gli intelligentoni dal provare a camminarci su ed i sindaci del Trasimeno hanno dovuto emettere una bella ordinanza congiunta chiedendo di starci lontano.

 

Il lago ghiacciato richiama turisti, lo spettacolo merita, il freddo bestia un po’ di meno.

 

Da domani, dicono, le temperature torneranno umane, il mio gatto potrà uscire di nuovo senza farsi venire la cistite e tutto tornerà normale.

Mi chiedo però perché ogni volta che la natura ci ricorda il suo predominio è subito emergenza sui giornali.

Gente che corre a comprare farina e latte svuotando i supermercati come se non ci fosse un domani, The day after tomorrow alla televisione e minacce maya alla porta. La frenesia, la paura, il terrore di rimanere bloccati. E quindi? Non possiamo viverla con tranquillità? Non ci possiamo accontentare della meraviglia? E viverla, soprattutto?

Come mia madre, che quando ero piccola approfittava della neve per fare la pasta e riempire il congelatore di tortellini e cappelletti.

Un po’ come Nevruz che invece di uscire al freddo ha passato gli ultimi giorni a guardare la neve dalla finestra, consapevole che passerà.

E infatti passa.

 

Fino alla prossima bolla africana…


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