Cara Signora Mazzini,
Se mai dovesse passare di qui, volevo dirle una cosa.
Amo quello che lei scrive su Vanity Fair... ormai la sua carriera editorialista dai tempi di Liberal e de La Stampa è avviatissima.
Certo su Vanity si sbizzarrisce di più rispondendo alle letterine dei lettori con piglio deciso, finissima ironia e una sensibilità e una delicatezza che ci restituiscono un ritratto di una persona serena, riappacificata con la vita, decisamente consapevole.
Ma c'è un tasto che se toccato le scatena reazioni composte ma che malcelano emozioni simili ad una crisi di panico.
E quell'argomento è solo uno... i concerti dal vivo.
Perchè se qualcuno le chiede come è successo questa settimana che canzoni lei canterebbe in un ipotetico live ecco che risponde con parole che a me hanno provocato fastidio e un forte senso di inadeguatezza.
Allora, voglio dirlo subito... per quei fans dalla lapidazione facile in confronto ai quali l'ayatollah dell'Iran è un pacifista, che il problema è tutto mio, lo ammetto.
E' totalmente lecito per Mina esprimere i suoi sentimenti in proposito.
Quello che dico, e che non riesco a tenermi, è la mia sensazione di estremo disagio leggendo da parte di una grande artista di una "musicista" di una cantante del suo calibro che il concerto dal vivo è un incubo che le fa assaporare il terrore in bocca.
Cosa che poi è sfociata nella "tragedia musicale" di 33 anni di assenza dal palcoscenico della più grande voce italiana di sempre.
Ecco quello che leggiamo su Vanity, ultimo scambio su questo argomento di una serie sempre identica:
Rispetto la sua sacrosanta scelta di ritirarti dalle scene, ma mi sono sempre chiesto se dovessi tornare ad esibirti dal vivo, quale potrebbe essere l'ipotetica scaletta. Hai un repertorio così vasto. Al tuo posto, la scelta mi apparirebbe ardua. Ci sono dei pezzi (anche che non hai inciso) a cui non potresti rinunciare? Gianni
Mi vengono i brividi solo a pensarci, caro Gianni. Risento in bocca il sapore del terrore che, ogni volta, prima di entrare in scena mi tormentava. Non so, probabilmente mi divertirei a cantare pezzi di altri. Ce ne sono di meravigliosi. Ma si tratta di una eventualità che non avrà mai riscontro nella vita reale. Per fortuna.
E' una cosa che non riesco ad accettare.
Va bene tutto... signora Mina , ma questo no!
Non accetto che una cantante parli del concerto in questi termini... è una violenza che non sopporto.
Il concerto per me è "il momento" della mia vita.
E' l'estasi pura.
In questi anni ho avuto la "fortuna" di assistere ai concerti delle voci pù belle del mondo, delle artiste più grandi e osannate, da Shirley Bassey a Monserrat Caballè da Liza Minnelli a Dionne Warwick passando da Dulce Pontes e Cesaria Evora (solo per citarne alcune...) ed ogni santa volta il momento del concerto è stato un esplosione di gioia!
Noi, seduti davanti al palco, ne traiamo emozioni immense e le artiste che si ergono sontuose li su si danno con generosità.
Il momento in cui l'orchestra inizia a suonare e che per me preannuncia un orgasmo musicale non posso associarlo all'immagine della mia cantante che sta per uscire sul palco mentre si contorce avvolta dal terrore.
Noi siamo li... adoranti.
Pieni d'amore.Sereni.
Il pubblico non è li per giudicare o vivisezionare.... è li per essere investiti da un onda di sentimento in forma di note musicali.
E questo può essere solo fatto in perfetto stato di grazia.
Sarà forse che il terrore lo capisco.
L'ho vissuto e superato io pure.
Ma paradossalmente lo supero di volta in volta proprio grazie al fatto che voglio, desidero, andare ad un concerto.
E allora, quasi 10 anni fa, sono salito su quell'aereo... tremate, impaurito, con le lacrime agli occhi, con il cuore in gola ad ogni minima turbolenza.
Ma avevo in animo quel desiderio di potermi trovare a tu per tu con con quella voce!
Ho superato la paura che mi paralizzava proprio perchè il concerto era l'appuntamento che non volevo mancare... e poco male se il luogo dell'appuntamento fosse oltre la Manica!
Da quella prima volta, sono salito su di un aereo solo ed esclusivamente per un concerto... tanto che i miei amici mi sfottono, dicendo che mi sposto solo per seguire le mie cantanti del cuore.
Ed è vero!
Ma come faccio a spiegare loro che quella paura riesco a superarla solo perchè pregusto il momento del concerto?
Il momento in cui la voce non è registrata su di un supporto digitale ma esce dalle corde vocali per arrivare direttamente alle mie orecchie e scende al cuore per riempirlo di meraviglia.
Le dico di più, signora Mina... è capitato, solo un due mesi fa, che io abbia persino preso un aereo anche per un concerto che sapevo già che non ci sarebbe stato.
Quel concerto fu annullato, ma io volevo esserci comunque... dovevo essere li.
Era un appuntamento a cui non potevo mancare anche se sapevo che l'altra persona aveva già declinato, suo malgrado, l'invito.
Volevo essere li a tremila chilometri da casa solo per mantener fede ad una promessa, per aspettare... perchè non si sa mai nella vita, perchè immaginavo nei miei sogni che all'improvviso poteva arrivare lei, a piedi nudi, per cantare solo per me....dicendomi "non potevo mancare".
La vita sa essere stronza, e può anche capitare che dopo quell'incontro mancato non ci sia più occasione di rivedersi.. di condividere musica impastata a emozioni.
Perchè quella festa della muica, che chiamano concerto, è in realtà il randevù tra due amanti... amore totale, carnale e travolgente che riesca a donare un'estasi spirituale che sebbene fugace nel tempo rimane nel ricordo indelebile.
Lei non è venuta quel giorno a cantare... ma io ero li, per quel rispetto infinito per la musica fatta li dove dovrebbe, su di un palco.
E quello che lei, Signora Mina scrive mi fa calare tanta tristezza... perchè capisco che per lei non è mai stato così.
Perchè nella sua lunga carriera non ha mai assaporato appieno quella gioia ma anzi è stato solo terrore.
Sono addolorato... sinceramente, quando lei pensa ad un concerto come un incubo.
Quello che sento è il rammarico che si prova quando una donna dopo lunghi anni confessa al merito di aver sempre finto, di essere frigida... quando capisci che mai ha davvero realmente goduto.
Quando comprendi che che non è stata in grado di provare gioia e amore ed invece provava paura e disagio.
E' triste.
E io sono triste per lei.
E sono triste per tutti coloro che in quegli anni hanno avuto il privilegio di assistere ad un suo concerto.... ora sanno che era una festa a metà.
E la tristezza si fa ancora più profonda nel sapere che non ci sarà più una possibilità per lei, dea delle 7 note, di poter provare quell'ebrezza.
Il tempo passa, inesorabile, e le scelte diventano definitive.
Prima quando pensavo al fatto che Mina non voleva tornare sul palco ero dispiaciuto per me e per lo stuolo infinito di ammiratori adoranti... ora no, provo solo molta tristezza per lei, per quella grazia che non ha mai completamente sperimentato, quella gioia dell'incontro che da tanto ai sudditi che sono sotto un palco quanto a chi, del palcoscenico, ne diviene la regina.
Con infinito amore, mi creda,Ivan.