La sua voce risuonava vicino ai camerini, sempre puntuale quando il campanello squillava per l’inizio di una prova. Lui preciso, come sempre, col foglio firme inseguiva e controllava con rigore che tutti fossero al proprio posto, che tutti avessero gli spartiti fotocopiati e rilegati nel modo giusto.
Era sempre disponibile per le esigenze di ognuno. Era il confidente di tanti di noi e a volte, anche senza parole , solo con lo sguardo e il sorriso di chi vuole dare un sostegno morale.
La sua malattia veniva sempre in secondo piano, difficilmente ne parlava se non su espressa richiesta, è allora che si scopriva la sua sofferenza per le dolorose cure cui era sottoposto.
Quando gli diedero l’incarico di Addetto Coro, sentiva che per lui era iniziata una nuova era. Non più chiuso in un minuscolo ufficio di fotocopie, ma la vita in palcoscenico. Un giorno mi disse che se non lo avesse visto con i suoi occhi non avrebbe creduto quanto fosse bello ma anche faticoso il nostro lavoro.
Ma il ricordo che ho più vivo è il giorno in cui ha passato il suo San Valentino al ristorante del teatro. Una serata diversa dal suo solito con sua moglie. Ha voluto essere presente al concerto-cena delle Musicamore Singers con le canzoni d’amore degli anni trenta.
Il giorno dopo, nel suo profilo di facebook ha voluto scrivere quanto fosse stato bene quella sera, con la moglie.
Dopo un lungo periodo d’assenza, non vedendolo tornare e sapendolo sofferente, gli abbiamo dedicato un gruppo su facebook (Forza Efisio!) dove tutti, con poche frasi lo incoraggiavamo a superare i momenti dolorosi. E’ voluto rientrare a lavoro, nonostante non stesse bene, perché voleva ancora respirare l’aria del teatro e ringraziarci per tutto ciò che gli abbiamo scritto. Ha detto che mai si era sentito così importante.
Tempo fa scrissi questo post, inserendo anche il ruolo di Efisio Dessì. Ricordo che mi ringraziò contento per averlo tenuto in considerazione e spesso mi diceva che una delle prime cose che faceva appena accendeva il PC era leggere Musicamore.
Ieri, per l’ultimo saluto, la Basilica era strapiena: il teatro al completo, (dai tecnici, agli impiegati, dai professori d’orchestra agli artisti del coro) ha voluto rendere omaggio al collega, all’amico che troppo presto ha lasciato questo mondo e stare vicino alla famiglia.
Ma sulle note del Requiem di Mozart in tanti forse abbiamo sentito risuonare ancora la sua voce: “Signori in palcoscenico!!
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