di Ugo Riccarelli
Mondadori 219p., € 19,00
isbn 9788804616276
Signorina è il nome della protagonista di questo romanzo ambientato nella provincia italiana fra Belvedere e Castiglione, in una piccola stazione ferroviaria che è tappa obbligata per la piccola e media borghesia italiana che a partire dal ventennio fascista impara a godersi le vacanze alle terme. Signorina è anche il nome di una mitica locomotiva la 640,splendida e luccicante che Delmo, capostazione e padre della ragazza , guida con la sua professionalità quasi ogni giorno fra i binari, ed è proprio per tale motivo che quando la Maria , dopo due figli: Olmo e Severo, gli chiede che nome dare alla nascitura il vecchio ferroviere risponde :Signorina, dimostrando in fondo poca sensibilità, lui pensa ai suoi treni e al suo lavoro, chiama la figlia come una locomotiva, in quanto per una femmina non è necessario lambiccarsi il cervello, neanche per il nome con il quale battezzarla . Da queste prime annotazioni è facile intuire che almeno nella prima parte del romanzo la figura centrale della storia oltre a Signorina è proprio Delmo, padre padrone, che ha sposato in seconde nozze la Maria, amica della prima moglie morta di parto dando alla luce Ada che insieme a Leone sono gli altri due figli del capostazione. Ha sostituito le due donne come si sostituisce un panno liso con uno nuovo.Si tratta di un uomo burbero, vecchio stampo, che nega a Signorina come all'altra figlia un'istruzione superiore nonostante le raccomandazioni della maestra, che non si fa scrupolo di mettere fuori casa l'Ada quando scopre che si è invaghita di un ragazzo Mario,fascista della prima ora e considerato un poco di buono dal Delmo. Signorina al contrario della madre e della sorellastra dimostra fin da subito, un'intelligenza ,una tenacia e una sensibilità fuori dal comune. Nella sua giovane vita ci sono due incontri che la cambieranno per sempre. Il primo, fortuito le capiterà quando bambina, disubbidendo al padre, andando a giocare nella stazione diretta dal padre, s'imbatterà in un passeggero, uno sconosciuto dagli occhi a mandorla che le insegnerà a confezionare con la carta i vestiti della sua bambola. Il secondo alcuni anni dopo, quando adolescente sarà accompagnata dalla Maria nella scuola per sarte della Signora Mei;qui scoprirà di avere un grande talento per la realizzazione di magnifici vestiti che fin da bambina senza rendersene conto già aveva imparato a realizzare con i cartamodelli che confezionava con quello che per lei era il gioco insegnatole dal piccolo passeggero giapponese. Seguiamo grazie ad un linguaggio originale e una narrazione fluida la storia di Signorina lungo il ventennio fascista e poi la guerra. I suoi amori, quelli impediti dal padre padrone e quelli realizzati. La nascita del figlio Ivo, la sua malattia e la sua guarigione:voluta, cercata e graffiata alla morte dalla tenacia di questa donna. Un romanzo che consiglio a tutti coloro che amano i maestri della Letteratura Italiana.
di Luigi De Rosa
Magazine Cultura
Potrebbero interessarti anche :