“Il gruppo che cattura il suono dell’aurora boreale” (o qualcosa del genere): l’ho letto in qualche giornale la mattina prima del concerto.
Ora,catturare il suono dell’aurora boreale in un palazzetto dello sport di Jesolo non è sfida da poco, sia chiaro. Lunedì scorso però l’Islanda era tutta lì. I Sigur Rós stanno portando in tour uno spettacolo pazzesco. Uno spettacolo appunto, non solamente un concerto.
Questa volta non c’è molta carica pre-concerto. Si aspetta lì tranquilli, un po’ scazzati quasi. Non stiamo di certo per sentire un gruppo super adrenalinico, di quelli con cui canti dal primo all’ultimo pezzo. Va beh, chiaro, il fatto che i testi siano in islandese o in hopelandic (just google it up) non aiuta molto.. Appena salgono sul palco però, l’atmosfera cambia completamente. Una cinquantina di lampadine ad incandescenza piazzate qua e là ad illuminare il gruppo e immagini proiettate su di un telo che circonda tutto il palco ti proiettano direttamente nei boschi del nord Europa. Ghiaccio, acqua, fuoco, vento, roccia: dentro il palazzetto c’è tutta l’Islanda.
Suonano da dio. Ma è facilmente comprensibile, dai. Penso che su nel profondo nord non ci sia moltissimo da fare. Me li immagno: fuori fa un freddo cane e allora si chiudono in casa tutto il giorno a suonare. Guardano fuori dalla finestra e respirano immagini che traducono in pezzi. Va beh, esagero un po’ magari, forse ho visto troppe volte questo video.
Oh, sul palco erano in 11, ma non si sente il mimino suono che disturba. Violini, viola, tromba, corno e trombone: arrangiamenti perfetti senza nessuna sbavatura. La voce di Jónsi è sempre al limite, eccezionale. La batteria di Orri si sente direttamente nel petto, stupenda. Musiche, luci, pubblico, tutto lo spettacolo è in costante ascesa. L’impressione è che all’inizio i Sigur Rós siano molto timidi, quasi a disagio sul palco, poi un po’ alla volta si scaldano: Sæglópur, Hoppípolla, Olsen Olsen, madonna che pezzi. Il finale poi è un crescendo pazzesco.
Unica cosa, il posto non ci stava per niente. Sarà che mi li immagino in mezzo a qualche bosco al tramonto, ma lì al chiuso un bel po’ di fascino lo perdono. Tra ventole che fanno troppo rumore e luci di emergenza che rompono le palle, un palazzetto di certo non è la location migliore per i Sigur Rós. Però cazzo, non mi è andata per niente bene nemmeno con i vicini di concerto: di fianco la coppia dal limone costante, dietro una “uuu” girl inferocita e davanti due bestie di due metri (una è una donna, ahilei!). Dal basso del mio metro e un po’ mi tocca spostarmi di continuo. Eh va beh..
Ciò che comunque resta di più dopo un concerto dei Sigur Rós è la voglia di prendere un biglietto Padova-Reykjavik di sola andata.
Quando: Lunedì 18 febbraio 2013
Dove: Pala Arrex (ex Palazzo del Turismo) – Jesolo (VE). Bella merda, vedi sopra.
Scaletta: Ci provo, mi fido dell’Instagram del gruppo
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