Dopo qualche eone di pura sciolta e fulmini e dolore e sangue come se piovesse, un bel giorno incontri uno che ti piace e a cui - così pare - pure tu piaci. Inizi a uscirci e - invece che stufarti - ti piace sempre di più. Passano i giorni, le settimane, i mesi e cominci davvero a godertela: stai bene, lui non ha menate (o non troppo ingombranti, per lo meno per te) e tu nemmeno (per lo meno per lui). Lui ti coccola, ti vizia, non ti nasconde, non ti fa diventare gelosa (come una Gorgone) e ti riempie di quelle attenzioni che aspettavi dal secondo anno di asilo (nel primo ti stavi ancora orientando). Sembra amore, con una emme e, per quanto faccia paura, sembra tutto davvero molto figo.
Così, come fosse la cosa più naturale del mondo, inizi a parlarne e a condividere tutto 'sto po-pò di happiness. E partono le rogne.
"Stai attenta." E :"Vacci piano". E: "Non fidarti", son le più morbide, seguite a ruota da quelle a forma di butt plug. Con le punte d'acciao.
E tu t'intristisci. Passi qualche giorno tra il meditabondo e il perplesso e ti chiedi se quel che fai, che stai facendo, che stai vivendo, sia nell'ordine: vero, giusto, eco-solidale.
Vuoi una risposta?
1) Magari no, magari non è vero. Se per vero, tu e l'eco intendete "per sempre". Niente è per sempre, nemmeno tu. Quindi, magari finirà, ma chissene, no?
2) No. Non lo è. Non è giusto.
Che tu sia così schifosamente felice, con tutta la povera gente che si rantola nell'incazzatura.
3) Ibidem. Per far felice te, ne avrà seppellite almeno un paio di dozzine. Di cui un dieci % da vive. Sicuro come l'oro (a meno che tu non stia frequentando un adulto in odore di santità, ma un umano normale, è davvero probabile abbia qualche scheletro, dietro le spalle). E quindi niente: eco-solidale una beata fava.
Dunque?
Niente. Zitta e goditela.
Che non è dato sapere quando. E nemmeno per quanto.
;)