Il vantaggio degli autobus almeno è che mentre il piazzale di fronte all'autostazione Sayran è pieno di mezzi per Bishkek o Taraz o Shymkent che però partono solo quando sono pieni, gli autobus per il nord del paese partono dal terminal interno a ore prefissate (non hanno problemi di riempimento evidentemente, i biglietti si fanno agli sportelli interni) evitandovi di stare lì ad aspettare per un tempo indeterminato e permettendomi così un ultimo giretto per il centro e un pranzo dalle parti del Kok bazaar.
Il viaggio dall'ex capitale alla nuova capitale è molto lungo, 18 ore circa, ma la strada è quasi tutta abbastanza buona. Il paesaggio è piuttosto monotono, una steppa gialla leggermente vallonata e quasi totalmente disabitata, i cui spazi enormi e i panorami aspri ed essenziali regalano però anche delle emozioni intense, soprattutto se durante la pausa per la cena (in un'area di servizio, se così vogliamo chiamarla, poco prima del villaggio di La parte più bella del viaggio sarebbe dovuta essere quella a ridosso del lago Balkhash, che però è passata di notte. Questo enorme specchio d'acqua dalla forma sottile e ricurva e dai bordi frastagliatissimi, è infatti, vista la quasi scomparsa dell'Aral, il secondo lago più grande a est del Caspio (è grande più o meno come il Lazio, secondo solo al
Aksuyek) ci si avventura di qualche centinaio di metri lontano dalla strada, in piena steppa, per godersi il tramonto nel silenzio assoluto.
Bajkal) e ha la particolarità di essere dolce nella sua metà occidentale e salato in quella orientale.
Purtroppo l'oscurità era in arrivo e sono riuscito a cogliere solo qualche scorcio delle propaggini meridionali del lago (tanto più che dalla strada, vista la conformazione delle coste, è quasi impossibile cogliere una veduta d'insieme con l'acqua a perdita d'occhio). Nella città di Balkhash (l'unica città degna di questo nome nel raggio di centinaia di chilometri), quella che doveva essere una mia tappa, il bus si è fermato alle due di notte, in tempo per assistere da lontano mentre ci avvicinavamo ad uno spettacolo di fuochi d'artificio (ma non so che ricorrenza fosse) e per constatare l'aspetto puramente sovietico del centro urbano (ma pare che ci siano anche delle gradevoli spiagge).
Alle 9 di mattina ero nell'autostazione di Astana, che si trova a fianco della stazione ferroviaria, pronto a prendere uno dei furgoni (si trovano nel piazzale antistante la stazione) che in poco meno di tre ore mi avrebbe finalmente condotto a Karaganda (in realtà il bus aveva fatto scalo anche lì, ma erano le 6 di mattina e ho preferito rimanere a dormire al caldo sulla poltroncina del bus).
Karaganda è la quarta città del Kazakhstan e la sua fondazione è piuttosto recente (risale all'inizio del XX secolo), ma è comunque legata alla storia sovietica per le sue miniere di carbone e per i campi di lavoro di Stalin (le due cose sono ovviamente collegate) dei quali alcuni siti distanti qualche decina di chilometri dal centro sono ancora visitabili e ospitano anche un museo sul sistema dei Il cuore pulsante di Karaganda è rappresentato dal largo viale In realtà il viale, tramite un lungo ponte, continua anche a sud dei binari, dove sorge dapprima una zona commerciale e industriale e poi un'ulteriore zona residenziale. In questa zona sorge l'
gulag (detti anche karlag).
Il centro cittadino tuttavia, forse grazie anche alla relativa vicinanza con la capitale, è di aspetto moderno e ben curato e anche questa, come del resto molte altre città kazake, pur non ospitando attrazioni di particolare rilievo, risulta essere una città molto gradevole.
Bukhar Zyrau, che l'attraversa tutta da nord a sud, e alla cui estremità meridionale sorgono una di fianco all'altra le stazioni ferroviaria e degli autobus.
hotel Laguna, una delle migliori soluzioni per quello che riguarda il rapporto qualità/prezzo (visto anche che la città, non essendo particolarmente turistica, non offre una vastissima scelta di alloggio). L'albergo sorge qualche centinaio di metri a sinistra del viale Bukhar Zyrau, in una stradina semisterrata stretta tra due grossi centri commerciali; il centro non è vicinissimo (anche se ancora a distanza di una lunga passeggiata) ma si raggiunge facilmente perché proprio davanti ai due centri commerciali c'è la fermata dei bus che percorrono il ponte e portano in città (e, venendo dal centro, basta mettersi all'ultima fermata prima del ponte e prendere uno dei tanti mezzi che lo percorrono, la fermata dell'hotel è la prima dopo il ponte).
Come detto, Karaganda non offre attrazioni di primissimo livello, ma è però molto piacevole passeggiare lungo il viale principale o nelle vie limitrofe, qualcuna delle quali è costituita da larghi viali con giardini al centro, osservando le architetture moderne che vi si affacciano e ospitano altri centri commerciali o aziende, i vari monumenti e i monumentali palazzi delle istituzioni (scuole, teatri, uffici), le tante belle fontane.
In particolare sono da segnalare la bella piazza-giardino col monumento all'indipendenza e il Palazzo della Regione e, poco distante da quest'ultimo, sulla via parallela al viale principale, l'interessante museo regionale che, oltre alle classiche e belle sezioni storiche, etnografiche e paleontologiche (e a quella onnipresente che celebra il presidente Nazarbaev), ne ha anche una dedicata ad un famoso (nell' ex URSS) astronauta nativo della città e ai viaggi spaziali in generale (peccato che non ci siano spiegazioni in inglese) e un'altra al lavoro nelle miniere di carbone.
La principale attrazione della città è però data dal bellissimo Parco Centrale, molto grande e caratterizzato da un lago abbastanza esteso nella sua zona centrale e da una parte meridionale più boscosa e selvatica. Al parco si accede tramite un viale pedonale ricoperto di fontane monumentali (al lato del viale ci dovrebbe essere anche il museo dell'Ecologia, segnalato dalla LP come la cosa più interessante della città, ma io non sono riuscito ad individuarlo, forse perché nel week end dovrebbe essere chiuso) che porta direttamente al laghetto, mentre andando verso la zona settentrionale del parco ci si ritrova nella parte ricreativa (presente in tutti parchi dell'area centro-asiatica) con giostre e bancarelle e gente a passeggio.
Quest'ultima zona è anche una delle mete principali per trovare da mangiare; fino alla sera infatti, sparsi nei vicoli intorno alle giostre ci sono vari ristorantini con tendoni e tavoli all'aperto che servono prevalentemente
shashlik, oppure qualche banco di cibo da strada. Ristoranti e fast food poi si trovano in abbondanza lungo Bukhar Zyrau, in particolare avvicinandosi alla stazione oppure all'interno dei centri commerciali; ma la soluzione vincente per quello che riguarda la comodità e il rapporto qualità/prezzo è dato dal Rational, una caffetteria/tavola calda aperta 24 ore su 24 e inserita nello stesso fabbricato dell'autostazione, dove trovare diversi piatti caldi della cucina tradizionale a prezzi stracciati e anche vari dolci, bevande e birra alla spina. Chiaramente non c'è servizio, bisogna prendere il cibo alla linea e portarselo al tavolo, ma non si mangia male ed è un posto valido dalla colazione alla cena (e infatti è facile trovare fila).
Karaganda quindi non può certamente rappresentare l'obiettivo di un viaggio, ma è comunque un piacevole diversivo per spezzare il lungo viaggio che porta dal sud al nord del Kazakistan.