Magazine Fotografia

Silenzi assolati (e desolati): Michele Ravasio

Da Aboutaphoto

Io e Michele ci siamo conosciuti quando lavoravo alla scuola Mohole.
Conoscevo la sua preparazione e amore per l'immagine e il cinema, non sapevo che fosse anche un fotografo.

Michele and I we met when I was working at the school Mohole.
I arrived, I do not remember how, on his website and I focused in particular on two series: "Broken Flowers" (title of a film that I really liked) and "The Other Cars"; series which are otherwise perfectly on the line with the climatic conditions of the moment. The first one sets those improvised pseudo-circus tents that "hidden" the street vendors and their small flower stalls. Micro colorful flowerbeds that break up the gray of the (scorching) pavements and that, in this season, need shelter to keep intact, or at least presentable, those that become bunches of gifts for relatives in hospital, new-graduates, girlfriends, etc. The second project, however, concerns the particular and unusual cars, usually out of production for decades, that sometimes are seen parked around Milan (but also in other cities) and that - in some cases - seem "orphan" of driver, abandoned by the side of roads, while other ones seem to be on exposition, to strut their body luxury. I knew his preparation and love for the image and the cinema, I did not know he was also a photographer. It is always interesting to me observing what focuses the attention of other people in a city that is not the hometowns, especially if, like me, you come from a much smaller place.
Has a sober and clean style, Michele, I'd add essential and with a touch of melancholy. It reminds me of some American photographers of the 60s and 70s, which aren't used to insert humans in their shots, even if they were telling a lot. You can perceive that these pictures originate from a great reflection, first, and from a large selection later.


Sono capitata, non ricordo come, sul suo sito e mi sono soffermata in particolare su due serie: " Broken Flowers" (titolo di un film che mi è piaciuto molto) e " The Other Cars "; serie che per altro cadono a pennello con le condizioni climatiche del momento. La prima inquadra quegli pseudo tendoni da circo improvvisati che "nascondono" venditori ambulanti e le loro piccole bancarelle di fiori. Micro aiuole colorate che spezzano il grigio dei marciapiedi (roventi) e che in questa stagione hanno bisogno di riparo per conservare intatti, o almeno presentabili, quelli che diventano mazzi di regali per parenti in ospedale, neo-laureate, fidanzate, ecc. Il secondo progetto, invece, riguarda delle automobili particolari e insolite, di solito fuori produzione da decenni, che a volte si vedono parcheggiate in giro per Milano (ma anche in altre città) e che - in alcuni casi - paiono "orfane" di guidatore, abbandonate sul ciglio di strade secondarie, mentre in altri sembrano messe in esposizione, a pavoneggiarsi della loro carrozzeria di lusso.

È sempre interessante per me osservare su cosa si concentra l'attenzione degli altri in una città che non è quella di origine, soprattutto se, come me, si proviene da un posto molto più piccolo.
Ha uno stile sobrio e pulito, Michele, aggiungerei essenziale e con una punta di malinconia. Mi ricorda alcuni fotografi americani degli anni '60 e '70, che spesso non inserivano gli umani nei loro scatti, anche se li raccontavano molto. Si percepisce che queste foto provengono da una grande riflessione, prima, e da una grande selezione in seguito.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog