Magazine Diario personale

Silenzio…

Creato il 14 febbraio 2012 da Povna @povna

Potrebbe dire che il buon umore – dopo una giornata che è finita la sera alle otto, nell’ufficio di Barbie, per discutere della situazione, ormai ingestibile, scoppiata con i Pesci (e no, ancora una volta, purtroppo, la ‘povna non sta parlando degli alunni), e ancora c’erano 50 km e un treno nel buio, prima di tornare a casa – le è tornato per quella telefonata con Ohibò nella scuola del tenue pomeriggio, a parlare di romanzi e di altro mondo (con la Testarda che ancora si ricordava chi fosse e: “Mi raccomando, prof., me lo saluti!”).
Oppure sono state le parole, quasi contemporanee, di Piccolo Giovanni (salutando lei e Mafalda): “Vi saluto, professoresse! Certo che” – segue sorriso largo, di quelli confidenti – “voi ci tenete proprio tanto: siete più a scuola, insieme a noi, che a casa”.
O forse è invece che finalmente le è arrivato il nuovo bancomat (e la tempistica della sua vita pendolare è decisamente migliorata).
Ma certo è anche la lezione sul romanzo giallo che ha preparato per i Pesci (che, diciamolo, le è venuta proprio bene).
E poi il nuovo progetto folle che stanno preparando insieme a Viola, e che sarà bellissimo (perché per una volta lo faranno tutto come piace a loro).
Oppure la telefonata telematica sulla Neverland di settembre, che mette sempre, per definizione, le ali ai piedi.
Sarà insomma, tutto, e ancora altro; e un po’ di questo e un po’ di quello.
Ma la verità è che la ‘povna da stamani sapeva che sarebbe arrivata alle nove di sera come a un appuntamento. Perché non le interessano i discorsi (sui quali si è già espressa) – “oh, ma il nazional-popolare”; “oh, ma che tristezza”; oh, ma non è possibile”; “oh ma la cultura è altra”. Perché lei è da quando aveva 9 anni che lo guarda, in serenità e senza strutture sopra o sotto. (E peraltro, le sembra che un bel mucchio di ragioni se le sia pure confermate, con soddisfazione, l’anno scorso). E dunque anche stasera, come sempre, finito di mangiare e una volta preparata la cartella, ha acceso la TV è si è seduta pronta. Silenzio… ora si canta.
Signori, c’è Sanremo.


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