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Mattino ad Arcetri.Si appannano i vetria vederti così – così subito bella.Mi mostri una stellacoperta di nubiche passa tra i tubidel telescopio, riflessa.Vorresti te stessache uscissedal sistema solare.«Lo puoi fare – ti dico – se solo la smettidi girare intorno all'ellisse».Ti chiamo per nomee mi sembra che siala prima volta che lo faccio.Mattino ad Arcetri di ghiaccio.Si entra nel buiodi una camera a nebbia:tanti girini-particelle di raggi cosmiciguizzano nello schermo nero.Ti leggo il pensierose ti guardo negli occhi.Se mi guardi negli occhimi leggi il pensiero.A girare intorno al solea velocità diversesuccede che due anime persenon si trovino più soleun giorno, ma allineate.Dura poco, concordo.Ma quello che strappialla vita diventa ricordo.Credo che tu lo sappiaquesto. Allora vieniusciamo da questa gabbia,prendiamo insieme la rincorsastringiamoci per allentaredel gelo la morsa –similitudine grama, concordo,ma tanto qui nessunoci sente o ci chiamaforse solo Nettuno, ma è sordo.Questo vento ci spiazza:fatichiamo a parlare e le labbra si muovono lente.Silenzio di burro cacao.Se ora ti bacio mi prendi per pazzo.Se ora mi baci ti prendo per pazza.«Vuoi che ti accompagni?»«No grazie, ho l'auto parcheggiata là in piazza».