Mi sveglio al mattino con la voglia di sapere cosa fai.
Mi preparo per andare al lavoro come se dovessi incontrarti dietro l'angolo e non ti riconoscerei, forse.
Mi racconto di un amore strano e semplice allo stesso modo,cominciato per gioco, per trasgredire la quotidianità, per bisogno di appartenere a qualcuno; mi racconto di un amore carnale e pieno che vedo piazzare indisturbato la sua lingua tra le mie gambe e che e mi fa desiderare fremiti e tremori anche durante le normali e consuete - a volte piatte -occupazioni della mia giornata.
Io non più nell'età del dolce incanto .
Eppure mi sento viva nel sangue, nelle ossa, nella pelle, nel cervello, negli occhi, ...come se fossi immotivatamente bella.
Tu mi fai l'effetto dell'innamoramento selvaggio.
Ho nascosto la passione sotto le unghie per dovere, per necessità, per non soffrire di non amore e tu l'hai scovata dove nessuno l'ha mai cercata prima.
Cosa mi hai fatto? Che cosa è questa sensazione di pruriginosa irrequietezza che mi tiene sveglia la notte?
Ti cerco nel sonno, nella veglia, ti immagino nei volti di coloro che mi passano accanto; come un segugio cerco il tuo odore ma impazzisco senza una traccia olfattiva. Come un cieco sbatto, urto,mi ferisco e carambolo in terra, furente per non riuscire a toccarti, per non avere di te alcun senso tattile, nè pelle, nè collo, nè lingua, nè schiena.
I rumori del giorno mi disturbano perchè quel breve istante senza tempo in cui la tua voce mi raggiunge, quell'unico trillo del telefono e poi quella tua voce grave, morbida, quella inflessione che giunge dritta al cuore del cuore, al nucleo del mio cervello, alla fine dei pensieri e sul ciglio dei miei desideri, quell'istante...sì... quell'istante si dilata, nelle ore,come schiuma che si espande e vorrebbe riempiere tutti gli spazi che la mente eremita e sola percepisce senza suono per trasformarli in te.
E poi come una tarantolata nella notte estiva del San Vito mi agito, perchè - sapessi! - mi fa male, male per davvero il bisogno che ho di te.
Tu inondi la mia testa di stimoli, sensazioni, di pensieri che mi portano allo sconfinato desiderio di finire e sfinire in un letto enorme con te
imboccata dalla tua lingua, dalle pagine che leggi per me, accompagnata dal tuo sguardo vorace e intrepido, sconvolta dalla furia del tuo amore e dalla potenza del tuo tocco - io mai sazia di starti addosso.
Devo dare un nome a questa fantastica follia che chiamo amore.
Perchè lo è, lo è nella sua ombra, nella sua consistenza; lo è nel dolore che sento quando non ci sei, nella speranza che nutro prima di rivederti; lo è nell'inconsistenza del silenzio che cala tra di noi, dopo, nelle nostre vite vere.
E' amore ed ha il suo proprio vivere, la sua dimensione, ha il suo essere, ha la forma e la spigolosa pungente traccia che sa far male al cuore degli amanti . .. Ed è profumato di incoscienza, di distanza, di trasgressione, di luce arancio che filtra dalle tende, di verità sommerse e gustose irriverenti bugie. Io devo vederti, devo!
E devo farlo ora, ora e non poi, ora e non domani, non fra un pò, non tra dieci minuti o forse solo più tardi.
Ora, perchè ora ti bacerei, con la stanchezza sulle labbra e con il sesso impazzito per la tua vicinanza.
Ora ti consegnerei il mio corpo chiedendoti di usarmi per la tua gioia, per la mia, lasciandoti la mia volontà sulla punta delle dita.
sulla lingua. dentro ai pantaloni...
Ora mi consegnerei a te in una resa infinita, io creta e tu vasaio. Adesso, senza pentimenti, senza voltarmi indietro e senza pensare che tutto, tutto questo finirà inevitabilmente.
E allora passami la lingua ovunque, amore - lasciati chiamare amore - riempimi di te, girami, voltami, aprimi e toccami.
Lasciati respirare, prendere e sentire, sfiorare e assaggiare...
Lascia che il mio palato senta il salino di te, che imprima alle papille il gusto di un gesto antico e nuovo, ricco del piacere che cresce senza chiedersi perchè.
Disegna su di me, tatuami il tuo nome sulle labbra, sentimi tua in ogni ansa, sentiti mio in ognidove.
E ti prego ridi, ridi con me di questa vita, di questo sentimento astruso e vigile che solletica la mente e ispira il corpo...
Ridi di questa donna bruna che ti tocca come se davvero tu fossi il suo primo uomo e che si lascia sulla pelle il tuo odore - sciocca e innamorata - per non sciogliere l'incantesimo dell'incontro con te.
Baciami ancora e prendi questa primizia di parola - ti amo - appena colta dalla mia bocca perchè domani, tu lo sai, non ci saranno germogli su queste labbra , ma solo di nuovo silenzio e nostalgia.