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Silkstan parte 10: Karakol

Creato il 18 novembre 2014 da Alessio Sebastianelli @bastianatte

Da Cholpon Ata si può continuare a percorrere la sponda settentrionale del grande lago Issik Kull fino ad arrivare, in un paio d'ore circa di furgone, alla sua estremità orientale dove, poche decine di chilometri all'interno, i due rami dei monti Alatau si riuniscono con la catena principale del Tian Shan, le mitiche "Montagne Celesti"; e proprio nella vallata sottostante sorge una delle principali mete turistiche del Kyrghizstan: la città di Karakol.
In effetti la città, una griglia ortogonale di strade fiancheggiate da case basse o palazzotti in puro stile sovietico, non rappresenta di per sé una grande attrazione, ma è la base di partenza ideale per dei lunghi trekking sulla grandiosa catena montuosa che domina l'orizzonte, o per raggiungere varie attrazioni naturalistiche, come le sorgenti termali Altyn Arashan. Poco a sud della città c'è infine una delle stazioni sciistiche più importanti dell'Asia Centrale, frequentato prevalentemente da turisti russi (il comprensorio ha comunque un'estensione molto inferiore ai paradisi sciistici delle Alpi).

Visto il notevole richiamo turistico, sono parecchie le strutture ricettive presenti in città e nelle zone circostanti, molte delle quali consistenti in guesthouse a buon mercato ma di livello dignitosissimo (vi sono comunque anche vari hotel di livello più elevato); tra queste la mia scelta è ricaduta sulla L'autostazione principale si trova invece all'estremità settentrionale dell'abitato, a circa 1,5-2 km sia dal centro che dall'ostello (ci sono vari
Come detto, la struttura urbanistica della città è molto semplice, ma, pur non essendo certamente una metropoli (al momento è sui 70000 abitanti, dovrebbe essere la terza o quarta città dello stato), come spesso accade da queste parti il centro abitato è piuttosto esteso.
Teskey Guesthouse, un ostello a conduzione familiare situato abbastanza vicino alla zona più centrale (in una stradina che però sembra quasi in piena campagna), costituito da varie strutture, una delle quali più grande e moderna con molti posti letto (ma io avevo la stanza nel caseggiato più vecchio, che era comunque in buone condizioni, e tutto era pulito), intorno ad un giardinetto.
marshrutka che fanno la spola, ma se non riuscite ad individuarli sono presenti anche i taxi).

La zona compresa tra la chiesa, il Museo Regionale e la grande piazza centrale può essere considerata come il cuore pulsante della città, e infatti è la zona dove ci sono i palazzi più moderni (e brutti, in stile sovietico) e la maggiore concentrazione di negozi e locali, principalmente nella via
Sulla città la guida Lonely Planet dice una cosa curiosa, e cioè che certamente non è bella ma un buon fotografo può farla apparire meravigliosa, ed effettivamente entrambe le cose sono vere.
La griglia di strade, molte delle quali in condizioni non troppo buone, generalmente non rivela altro che un insieme di case basse e moderne, ma andando ad osservare i dettagli ci si accorge che il luogo nasconde degli scorci piuttosto suggestivi dati da vari palazzi ottocenteschi in legno o in stile coloniale, dalle file di grandi alberi che fiancheggiano tutti i viali, e dallo sfondo dato dalle montagne imponenti e perennemente innevate. Oltretutto, il centro urbano ospita anche qualche attrazione abbastanza gradevole.
Tra le varie costruzioni in stile coloniale vanno segnalate in particolare la vecchia sede della radio e TV locale, la casa di un mercante, il Pedagocical College (proprio di fronte all'ingresso della chiesa) e il palazzo che ospita il Museo Regionale, in cui sono tra l'altro conservate delle interessanti esposizioni sull'arte, la cultura, la flora e la fauna della regione.
Da segnalare poi la Cattedrale Ortodossa della Trinità, nella zona più centrale, e la Moschea Dungan, situata circa un chilometro più a nord, entrambe completamente in legno.
La grande piazza centrale poi, contornata da palazzi più monumentali, come l'Università, è molto curiosa perché assomiglia più a un bosco di abeti che a una piazza vera e propria, e nasconde anche vari monumenti, tra i quali una statua di Lenin.
Toktogul, la principale del centro, e inoltre vi si trova il Makish Bazaar, dove si può acquistare un po' di tutto e ospita anche alcune tavole calde super-economiche. Vi sono anche un paio di parchi in città (in uno c'è anche uno zoo), ma l'aspetto all'interno di essi non differisce molto da quello in una normale via.

Posti per mangiare non ce ne sono invece tantissimi, ma girando un po' ci si può facilmente imbattere in qualche caffè dove provare la cucina del posto. Come detto, la maggior parte degli esercizi si trova dentro o intorno al Venire fino a Karakol se non si ha il tempo o la voglia di effettuare trekking in montagna o escursioni, magari di più di un giorno (vi sono varie agenzie a cui affidarsi in città), è in effetti abbastanza inutile; tuttavia io che avevo solo un giorno e una notte a disposizione sono voluto arrivare ugualmente sin qui per osservare le grandiose montagne del
Makish Bazaar, ma forse i posti più piacevoli stanno nelle zone più esterne. Comunque, provati con soddisfazione sono stati il Tou, un fast food aperto tutto il giorno nei pressi della chiesa, e il Tian Shan e in particolare provare a scorgere le loro vette più elevate, il Khan Tengri (7010 m) e il Pik Pobedy (7439 m), che si trovano circa un centinaio di chilometri a est. Purtroppo il tempo pessimo (ha piovuto tutto il giorno) e le nuvole basse hanno coperto le montagne e hanno anche sconsigliato una veloce visita a Pristan, il porto cittadino sul lago Issik Kull (situato a una decina di km dal centro, vicino al bazaar partono i marshrutka che ci vanno) dove c'è un parco memoriale dedicato al grande alpinista-esploratore Przhevalsky (che per un certo periodo ha anche dato il nome alla città) e un museo dedicato alle esplorazioni nella zona; tuttavia, per fortuna, la mattina dopo, anche se il cielo era sempre coperto, le nuvole si erano alzate e ho potuto così vedere le montagne, e mi è anche sembrato di scorgere due "mostri" in lontananza, ma in tutta sincerità non posso dire se fossero i due "settemila" che stavo cercando. Kench Cafè, un bel ristorante di cucina tipica (e col menu in inglese) e un confortevole e ampio spazio all'aperto (quel giorno inutilizzabile a causa del tempo), situato nei pressi dell'ostello.
Da segnalare infine che: le strade, tranne quelle della parte più centrale, non tutte sono provviste di illuminazione, e uscendo la sera per andare al ristorante ci si potrebbe facilmente ritrovare nel buio completo, tuttavia la città è sicura e anche gli svariati cani che si vedono in giro sono tutti piccoli e molto mansueti; il viaggio di ritorno fino a Bishkek dura buone 6 ore e mezzo e non mi è sembrato ci fosse molta differenza di tempo tra i furgoni e i taxi collettivi, però forse i primi si riempiono (e quindi partono) prima; se siete in zona di domenica e svegli di mattina presto, poche centinaia di metri a nord dell'autostazione c'è un grande mercato degli animali, potrebbe essere una visita interessante.


Altre curiosità sul Kyrghizstan:

  1. c'è la moneta da 3 som;
  2. per strada, anche nei moderni viali della capitale, è facile incontrare banchetti di persone con grossi contenitori termici che vendono il kumis, latte di giumenta fermentato, e sono in molti a comprarne a litri;
  3. le file sono un casino.


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