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Silkstan parte 2: Khiva

Creato il 02 ottobre 2014 da Alessio Sebastianelli @bastianatte

L'Già nell'ampia spianata subito all'esterno della porta occidentale si possono ammirare, oltre alla porta stessa, uno stagno artificiale e una moschea, ma appena varcate le mura e imboccata la via principale piena di bancarelle, Svoltando verso nord si costeggia un palazzotto antico (che ospita tra l'altro un ufficio informazioni dove trovare anche una cartina turistica della città) e si sbuca in una scenografica piazza dominata a est dalla facciata della medressa
Ichon Qala di Khiva è stato il primo, meritatissimo, sito uzbeko inserito dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità; dentro le mura (ma alcune attrazioni si trovano anche fuori di esse), soprattutto in una fascia larga circa 200 metri tra le porte occidentale e orientale, c'è un'altissima concentrazione di piccole moschee, grandi e stupende medresse, minareti e palazzi nobiliari antichi, mentre casette costruite in fango secco e mattoni, sia vecchie che nuove, riempiono la zona nord e sud della cittadella; il tutto è inserito in un fitto reticolo di stradine per la gran parte sterrate.
Tutte le attrazioni di Khiva, tranne tre, sono visitabili con un biglietto cumulativo (piuttosto economico e che dura due giorni), acquistabile nei pressi della porta occidentale (l'ingresso alla cittadella è comunque libero), che è anche il punto migliore da dove cominciare la visita.
Pahlavon Mahmud (l'unica pavimentata, insieme alla sua parallela, che taglia in due l' Ichon Qala), ci si ritrova subito davanti all'impressionante minareto Kalta Minor, splendidamente decorato con tessere turchesi e blu, con alle spalle la facciata di una grande medressa che ora ospita l'hotel Orient Star (viene comunque permesso ai turisti di accedere al cortile interno). Muhammad Rakhimkhan, una delle maggiori della città, e a ovest dal palazzo-fortezza del Kuhna Ark, al cui interno si passeggia tra cortili decorati e antichi padiglioni che una volta ospitavano harem, prigioni, una moschea, arsenali o sale private e ora sono adibiti a museo, e si può anche salire sulla torre di guardia (che è uno dei tre posti per cui ci vuole il biglietto apposito, gli altri due sono il minareto Islom Hoja e il mausoleo Pahlavon Mahmud).

Proseguendo invece lungo la strada principale si superano un paio di spiazzi con qualche albero, costeggiando alcune altre antiche medresse, piccoli mausolei (tra i quali spicca quello di Tra la moschea e il mausoleo, svoltando verso sud si accede ad un percorso molto suggestivo che dapprima costeggia una fila di antiche abitazioni tradizionali, con dei graziosi cortili centrali, che ora ospitano principalmente negozi di souvenir, ma anche delle botteghe artigiane. In fondo a questo vicolo, girando a sinistra, si intravede il magnifico minareto La stradina sbuca in una suggestiva piazzetta dominata appunto dalla medressa
Said Alauddin, del 1300, poco a sud della strada) e altri palazzotti antichi, per arrivare alla Moschea Juma, la più grande della città, caratterizzata dall'alto minareto con decorazioni in verde smeraldo e dall'interno riempito da centinaia di colonne di legno. Islom Hoja, per raggiungere il quale bisogna prima percorrere la stradina, ancora costeggiata da botteghe antiche e piccole medresse, dove ad un certo punto si fronteggiano la maestosa medressa Shergozi Khan e l'ingresso dell'imponente mausoleo di Islom Hoja e dalla mole del suo bellissimo minareto (il più alto della città) cerchiato di azzurro, fronteggiata da un piccolo museo e dalla quale si può ritornare sulla via principale costeggiando il mausoleo e altre tombe minori che lo circondano (da qui si possono forse scattare le migliori foto al mausoleo). Pahlavan Mahmud dalla grande cupola verde, visibile quasi da ogni parte della città, preceduta da un bellissimo cortile (cui si può buttare un occhio anche senza pagare l'ingresso).

Nella parte finale della via principale, a ridosso della porta orientale, c'è forse la piazzetta più suggestiva dell'Fuori dalla porta orientale c'è il nuovo bazar cittadino, dove nei capannoni centrali e nelle vie adiacenti si possono trovare generi alimentari, tessuti e oggetti di vario tipo (molto utile per comprare l'acqua a prezzi inferiori che nella cittadella, oltre che il cibo da strada) e durante il giorno c'è sempre molto movimento; risalta inoltre la presenza, nella zona addossata alle mura, del caravanserraglio di Nella parte subito a nord della porta orientale, all'interno della cittadella, c'è una pittoresca zona caratterizzata da vicoletti stretti tra le alte mura di cinta e le pareti del palazzo Tosh Hovli e da alcune altre medresse, oltre che l'unica altra strada pavimentata che suggestivamente segna il confine tra le costruzioni più antiche, religiose o nobiliari, con una fila di medresse minori o altri palazzi storici sul suo lato meridionale, e le casette di fango a un piano dove risiedono gli abitanti della cittadina, in quello settentrionale. L'ottocentesco palazzo
Ichon Qala, nella quale si fronteggiano le facciate delle due grandi medresse di Allakuli Khan e di Allaqulikhan, mentre al lato della strada che esce dalla porta c'è un'interessante moschea antica ma ancora funzionante. Qutlug Murod Inoq, il lato settentrionale è chiuso dalla fiancata del palazzo Tosh Hovli poi è una delle attrazioni più importanti della città, grazie ad un esteso labirinto di decine di stanze, alcune con dei sontuosi interni ancora perfettamente conservati, e alcuni eccezionali cortili decorati da maioliche azzurre. Tosh Hovli mentre quello meridionale è caratterizzato dalla presenza di un'altra piccola medressa con a fianco la piccola moschea Oq (ora usata come magazzino per i tappeti e per la merce esposta nelle bancarelle della piazzetta, ma nella quale si può comunque entrare) e la porta orientale all'angolo affiancata dagli antichi hammam di Anushakhan.

Benché i palazzi, le medresse e la moschea della fascia centrale della cittadella rappresentino la quasi totalità delle attrazioni, anche passeggiare senza meta per i vicoli delle zone settentrionale e meridionale dell'Vi è da segnalare poi che ai lati della porta settentrionale ci sono due rampe di accesso al percorso sulle mura che copre tutta la metà nord di esse e permette una lunga, suggestiva, soprattutto al tramonto, e panoramica passeggiata (che, insieme al terrazzo dell'ostello rende abbastanza superfluo pagare il biglietto per la torre di osservazione del Fuori dalle mura, la La zona a sud-est fuori dalla cittadella invece, pur essendo piuttosto malandata e decadente, è abbastanza interessante perché molto "ruspante", con vicoletti sterrati e pieni di buche, casette di fango a un piano e bambini che giocano per strada; una buona occasione per una breve passeggiata alla ricerca della vita reale della città fuori dalla "campana di vetro" rappresentata dall'
Ichon Qala è molto piacevole, perché ci si ritrova tra le basse abitazioni tradizionali in fango secco, che offrono degli scorci molto suggestivi, potendo anche interagire con la popolazione locale (nessuno manca mai di salutarti o addirittura di attaccare bottone) e scoprendo magari anche qualche chicca, come altre piccole medresse (come quella nella zona sud-ovest dove c'era un gruppo di ragazze, tra cui una giapponese, che facevano scuola di cucito, o quella vicino all'ostello, la Amir Tora, dove c'erano i tappeti esposti) o moschee secondarie, una delle quali con un piccolo graziosissimo minareto. Kuhna Ark e per il minareto Islom Hoja); mentre nell'angolo sud-occidentale delle mura c'è un piccolo ma pittoresco cimitero tradizionale islamico. Dishon Qala non offre grandi motivi per andarci; la zona a nord dell' Ichon Qala è prevalentemente di stampo residenziale moderno, tuttavia verso l'angolo nord-ovest delle mura, superato un piccolo canale (dove non è raro vedere bambini che fanno il bagno) sorge il palazzo Ichon Qala. Isfandiyar, il cui ingresso è compreso nel biglietto cumulativo e ha degli interessanti e sontuosamente decorati interni, con alle spalle qualche altra costruzione tradizionale, un altro tratto di mura in fango secco e un gradevole parchetto pubblico (e, a poca distanza, anche una ruota panoramica).

Comunque nella cittadella, soprattutto lungo La vita notturna è praticamente inesistente (anche se una sera subito fuori la porta settentrionale c'era una festa di paese con musiche e balli, la gente era poca, quasi tutta molto giovane, ma il rumore era parecchio), e la gente in giro di notte è pochissima (strano che ci fossero anche così pochi turisti a godersi la città vecchia in notturna), tuttavia, benché non tutte le zone della cittadella siano illuminate, sia l'
La città non dispone di un gran numero di ristoranti, molti hotel e guesthouse hanno il loro, e usufruirne non è una cattiva idea (soprattutto se, come per quello del Mirzaboshi, si trovano sulla via principale, dispongono di una magnifica terrazza e i clienti dell'hotel hanno anche lo sconto).
Pahlavan Mahmud, ce ne sono vari, tutti con il loro cortile o terrazza (ce n'è uno che sfrutta la terrazza della medressa Allakuli Khan) e c'è anche qualche casa da tè, e sono tutti abbastanza economici; mentre nella città nuova c'è sempre la possibilità di cercare qualche caratteristica chaikana dove trovare spiedini ( shashlik) o altri piatti tradizionali e stare in compagnia degli abitanti (una si trova proprio nel piazzale fuori dalla porta occidentale), l'inglese però non è garantito; per pranzo tuttavia è una buona idea andarsene al nuovo bazar e provare un po' di cibo da strada in una delle tante bancarelle (da provare i samsa, sfoglie ripiene di carne e cipolle, o patate), da segnalare inoltre che nella stradina che costeggia il lato nord dei capannoni del bazar ci sono alcuni localetti tipo fast food dove pranzare a poco prezzo. Ichon Qala che la Dishon Qala mi sono sembrate sicurissime.
La città è una delle punte di diamante del turismo uzbeko, quindi è abbastanza facile trovare chi parla almeno un po' di inglese; gli abitanti sono abituati ai turisti (tuttavia, nonostante l'estrema varietà della loro provenienza, i turisti non sono poi tantissimi, o almeno molti meno di quanto ci si immaginerebbe per un sito di tale bellezza e importanza storica, e si riesce a passeggiare per la cittadella in completa libertà e senza ressa...anzi, in alcuni angoli è facile ritrovarsi da soli) e, come notato un po' per tutto l'Uzbekistan, sono gentilissimi, simpatici e affabili.
Khiva è un posto meraviglioso, un gioiello eccezionale, e vale la pena visitarla prima che il turismo di massa scopra che non è poi così difficile, scomodo o costoso arrivarci; la città è piuttosto piccola, e in una giornata piena si può visitare tutto, ma anche un soggiorno di due giorni e due notti è estremamente godibile e anzi, consigliabile; in estate infine la temperatura è molto alta, tuttavia la secchezza dell'aria e gli spazi stretti e ombrosi della cittadella la rendono abbastanza sopportabile.


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