Dal 17 giugno al 10 luglio 2015 Silvana Pincolini ritorna a Spazio Tadini (vedi prima mostra) con una nuova personale dal titolo Plasmare la notte. a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini
Una mostra singolare quella della scultrice Silvana Pincolini che espone per la seconda volta presso la casa museo Spazio Tadini. Un percorso che riporta l'attenzione sul ruolo mitologico delle Ninfe, figure femminili bellissime eternamente giovani e fertili dispensatrici di bontà, gioia, beatitudine, creatività e fertilità.
Parlano di una femminilità che associa al mito dell'eterna giovinezza non solo la bellezza, ma qualità che dispensano non per vantaggi personali, ma per sostenere gli altri. Un modo di essere belle e giovani donne lontano dal mito contemporaneo, dove bellezza e giovinezza si associano ad immagini di algide donne da copertina, finalizzate al successo personale e poco tolleranti alle fragilità maschili.
BiografiaDalla terra di Silvana Pincolini, le Ninfe, si presentano come piccole perle che si ancorano nello spazio attraverso intrecciate tessiture di corda. Troviamo le Driadi, rigogliose divinità degli alberi, Karya, Balanos, Ampelos e Syke tra le Amandriadi fedeli e unite al loro albero fino alla morte, le Meliadi, nenfe del frassino, albero nato dall'incontro tra Urano e Gea e simbolo di iniziazione e vita e Dafnaie, la ninfa trasformata in alloro per respingere l'amore di Apollo disposta a rinunciare alla sua sessualità, ma non alla sua libertà.
Silvana Pincolini, artista Milanese, si è formata a Brera negli anni 60/70. Negli anni successivi incontra Albe Steiner e Liisi Beckmann, grazie ai quali completa la sua formazione grafica e di scenografia.
Altro momento importante è la scoperta della cultura antroposofica, alla quale si avvicina con la nascita delle sue figlie. Si è occupata di didattica e poi per un lungo tempo, di ambientazioni e scenografie per la pubblicità.
Negli ultimi anni il suo interesse è focalizzato sulla scultura organica e sul linguaggio tridimensionale sempre con spirito curioso e di ricerca. Ama giocare assemblando materiali naturali diversi e varie tecniche.
Attualmente vive e lavora tra Milano e la Maremma dove ha il suo laboratorio e tiene corsi di modellaggio e sculture.
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Driadi, Meliadi e Amadriadi di Silvana Pincolini
Le Ninfe selvose di Silvana Pincolini abitano i luoghi dell'arte e da qui esercitano il loro potere.
L'artista plasma le immortali Driadi:
ora divinità degli alberi, forti e rigogliose querce ora, come Euridice, giovani fanciulle, danzate ed intrecciate con noi mortali fantastiche storie d'amore: "... lo spirito silenzioso che abita nella penombra dei boschi e che si avventura non visto nei campi aperti, gli era apparso improvvisamente come una driade" (Oscar Wilde, Il Ritratto di Dorian Gray).
Tra loro ci presenta Karya, Balanos, Ampelos e Syke:
fedeli al destino dell'albero a voi sacro: "Uscite dai vostri alberi pietose Amadriadi, sollecite conservatrici di quelle, e parate un poco mente al fiero supplicio che le mie mani testè mi apparecchiano... " (Jacopo Sannazaro, Arcadia). Intermediarie tra mortali ed immortali, favoriteci fortuna e fama. Invece, arboricole farfalle che pagate in lacrime le foglie cadute d'autunno o innalzate grida di gioia all'arrivo delle piogge primaverili, punite chi vi minaccia e vi uccide inutilmente.
Infine modella le imperiture Meliadi:
Gaia per prima generò, uguale a sé,Urano stellato, ché tutta in giro la chiudesse,
perché fosse agli dei beati sede sicura per sempre,
e generò i Monti grandi, graziose dimore delle dee
Ninfe, che risiedono su alture disseminate di gole [...]
Ninfe nate dal sangue di Urano caduto su Gea, rendete fertile la terra, proteggete i bambini e i frassini che generarono l'uomo.
(Esiodo, Teogonia 126-130)
ognuna di voi, potenti , rappresenta la natura e la vita e, insieme a loro, fu generata da Nyx, la notte, primordio femminile che depose l'uovo cosmico da cui nacque Eros. Il dio dell'amore convinse le due parti del guscio, Caos e Gea, ad accoppiarsi, così generarono Teti e Oceano. Notte, Amore, Terra e Acqua, questa è l'Origine di ogni entità.
E al principio, la materia è "Mat", dal sanscrito, che significa "fare con le mani", "costruire", "Creazione", da cui viene "Mâtram", materia, "Cosa creata". La materia ha proprietà esistenzialmente formali perché nasce sacra, quindi ha qualità plastiche intrinseche e forza propulsiva che si attuano attraverso un processo di sublimazione.
All'origine stessa della materia e dell'uomo, il Mito, espressione dell'anima dell'umanità al suo albore, ha dato corpus alle Arti e le Arti hanno dato immago, visibilità e figurazione ai Miti.
Qui grazie all'argilla di Silvana Pincolini.