Abbiamo ormai capito che la D'Urso ci ha tirato l'ennesimo bidone alla napoletana con il suo "A gentile richiesta" che non è altro se non un "Pomeriggio 5" camuffato da novità. Ma ci sta, se la formula -piaccia o non piaccia - funziona. Il problema è che in tal modo si prolunga lo strazio di certe ospitate. Sicchè il giornalista Roberto Poletti e la scrittrice friulana Silvia Valerio non vanno ancora in vacanza (la Valerio in particolare in Iran) e si ritrovano faccia a faccia poco simpaticamente e i fuochi d'artificio arrivano prima del ferragosto. La signorina Silvia - che è colei che vuole darla solo ad Ahmadinejad - invece di prendere un aereo e recarsi da lui per fargli cogliere il fiore - si sa che il presidente iraniano ha il pollice verde - ammorba noi poveri italiani con il suo proposito inattuato.
L'intonsa scrittrice insinua che non si può giudicarla e attaccarla senza prima aver letto il suo libro. Dunque, io il libro della Valerio - non ho problemi a dirlo - l'ho cercato in tutti i negozi della mia città ma con scarso successo. E' quasi più facile trovare i miei - basta peraltro andare a La Feltrinelli - ma può essere che il sedere in vetrina possa scandalizzare i più sensibili. Signorina Valerio, lei sa che qui non siamo nella tentacolare Milano e nemmeno nella lasciva Roma. Però, divorato dalla curiosità e incuriosito dalla sua tenacia, non demorderò. Eppure debbo muovere un appunto alla mia coraggiosa corregionale: noi non potremmo giudicare un libro dalla copertina - perbacco, la sua è l'unica prima di copertina ad essere fronte retro - ma lei è stata in Iran prima di scriverlo?
Comunque, avessi io un minimo del suo ardire scriverei un libro
con il quale mi consacrerei a Rosy Bindi.