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E' evidente che la sentenza Esposito abbia avuto ben poche ripercussioni sulla vita a trecentosessanta gradi del Cavaliere, perché gli unici effetti concreti consistono in un po' di volontariato e nella impossibilità di parlare criticamente dei magistrati. Ma niente c'è di cui preoccuparsi, gli italiani capiscono, stigmatizzano ed incolpano i veri colpevoli.
Ho dato alla sentenza il nome del giudice che l'ha emessa perché lo stile ed il modo da lui usati caratterizzano un gran numero di suoi colleghi, accomunati, appunti, dal modo barbaro e becero di fare la giustizia, di concepire l'enorme potere che hanno tra le mani e di non aver affatto il senso del ridicolo. Giudici italiani che fanno le loro cose all'italiana.
Accade anche che quest'accozzaglia di vili persecutori e imbonitori che credono nel comune senso del pudore aiutino il Cavaliere a mantenersi quello zoccolo duro di fedelissimi che gli permette di sedersi al tavolo delle trattarive col renzi di turno, loro non se ne accorgono, sono ciechi, ma Berlusconi ha vista e fiuto anche per loro altri.
Guarda caso solo Renzi è riuscito a rubacchiare dei voti al Cavaliere, quel Renzi che si è discostato, dalla sinistra storica e dai suoi riti tradizionali, ovvero i sindacati ed i loro scioperi ad oltranza in delle piazze che non hanno più senso d'esistere perché vorrebbe dire sputare nel piatto in cui hanno mangiato per anni e anni, e l'abbuffata sotto certi aspetti continua. Quel Renzi che però furbescamente non si è opposto alla cacciata di Berlusconi dal Senato della Repubblica, perché adesso ha difronte a sé il leader del centrodestra azzoppato e meno competitivo nel caso imminenti elezioni politiche. Renzi è furbo e scaltro, ha lasciato che altri riducessero le capacità comunicative di Berlusconi ma adesso ci governa assieme, perché solo un babbeo crederebbe che nel Jobs Act non ci sia la longa manus del Caimano, infatti chi ha buona memoria può ricordare che ciò che oggi propone la riforma del lavoro è ciò che il centrodestra proponeva all'alba delle politiche del febbraio 2013. Renzi si fa forte della propria scaltrezza, Berlusconi della propria ventennale esperienza.
Quanto si assomigliano Renzi e Berlusconi! Quanti voti riescono ad accaparrarsi con un paio d'ore in un talk show, e quanto questa maestria comunicativa affascina gli italiani.
Gli italiani non sanno cosa farsene di una classe dirigente di puritani, di persone che seguono prima di tutto le consuetudini dettate dal Politically Correct, di politici scandalizzati dalla bellezza della Carfagna, dal reggicalze della Brambilla o dall'abilità col cono della Madia. Peggio ancora, gli italiani non sanno cosa farsene di politici che si scandalizzano per alcune di queste cose ma non per tutte, perché moralisti a senso unico.
Gli italiani hanno bisogno di sentirsi vicini i propri dirigenti, di crederli comuni mortali come tutti, e personalmente mi dà quest'impressione più un signore che con un sorriso sfacciato dice che è meglio esser appassionati di belle donne che di uomini, rispetto a colui che se ne scandalizza.
Berlusconi continuerà a vincere a mani bassi, le prove sono il consenso che continua a portarsi dietro e l'odio che molti provano per lui. Egli continuerà a vincere fin quando i suoi carnefici non si renderanno conto che il berlusconismo non è più solo il modo di vedere le cose di Berlusconi stesso, bensì il modo di vivere e di concepire la libertà di ognuno di noi. Che lo si voglia o no.
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