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Silvio Berlusconi uno di noi

Creato il 15 giugno 2010 da Diarioelettorale

Dalla dichiarazione dei redditi 2009 relativa ai redditi prodotti nel 2008 del Presidente del consiglio onorevole Silvio Berlusconi, il più amato dagli italiani, si ricava che nel 2008 ha portato a casa da buon padre di famiglia, la ben modica cifra di:

23.570.981,00 (diconsi ventitremilionicinquecentosettantamilaenovecentoottantuno) Euro

che ove la dividiamo per 365 (i giorni dell’anno… forse il 2008 era bisesto, ma cambierebbe poco) fa;

64.578,00 (in lettere sessantaquattromilaecinquecentosettantaotto) Euro al giorno, tutti i giorni, compresi i festivi, Natale e Santo stefano,

che se dividiamo questa cifra per 24, (le ore del giorno), fa;

2.691,00 (in lettere duemilaseicentonovantuno) Euro l’ora, tutte le ore, sia che dormisse, fosse sveglio, in viaggio, in bagno, con Letta, con Bondi o con Schifani,

e che infine se dividiamo per 60 (i minuti) fa;

45,00 (in lettere quarantacinque) Euro al minuto, sia che riposasse, dormisse, sorridesse, facesse pipì o pupù.

Lascio a voi ogni altra considerazione su quanto fortunato sia un uomo che più sta sulla tazza e più guadagna e per il quale quindi niente è spreco, niente è superfluo.

Ciò detto, ed in corsiderazione che come si dice: “Silvio Berlusconi è ricco di suo”, vi sembra appena, appena, credibile quanto afferma questa signora ?

Patrizia Toia: “Bocciata legge scandalosa”. Da Strasburgo, Patrizia Toia (Pd), vicepresidente della Commissione Industria al Parlamento Europeo e relatrice europea in materia di telecomunicazioni-dividendo digitale, definisce la sentenza Ue “una grave bocciatura per una delle leggi più scandalose e palesemente inique varate dal Governo Berlusconi negli ultimi anni – si legge in una nota -. È la certificazione inappellabile del conflitto di interessi della famiglia Berlusconi in materia di telecomunicazioni”. “I giudici europei – prosegue Toia – dichiarano espressamente che la decisione del Governo Berlusconi di stanziare soldi pubblici a fondo perduto per incentivare l’acquisto di decoder digitali terrestri, il cui principale produttore italiano, va ricordato, é Paolo Berlusconi, non era una misura neutra ma ha avvantaggiato Mediaset, la tv di proprietà di Silvio Berlusconi. Ci auguriamo, ora, che a farne le spese non siano i lavoratori o i tanti piccoli azionisti di Mediaset, società quotata in Borsa”. “.

La vicenda per i distratti è questa riportata da La Repubblicanell’ambito del processo di conversione dei segnali televisivi al sistema digitale, avviato in Italia nel 2001 e che prevede il passaggio definitivo al sistema digitale entro il novembre del 2012, la legge finanziaria del 2004 aveva previsto un contributo pubblico di 150 euro per ogni utente che avesse acquistato o locato un apparecchio per la ricezione di segnali televisivi digitali terrestri. Lo stesso aiuto veniva rifinanziato, nel 2005, per un importo ridotto a 70 euro. Il limite di spesa del contributo ammontava, per ogni anno, a 110 milioni di euro.


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