Silvio dirà che la crisi non c’è mai stata

Creato il 03 agosto 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

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Se pagassimo i parlamentari della repubblica come una colf, a ora, il risparmio per le casse dello Stato non sarebbe indifferente. A parte le “tirate” per l’approvazione delle leggi ad personam, ci sono stati periodi che alla Camera dei Deputati e al Senato hanno lavorato fino a tre ore settimanali, un vero e proprio record mondiale di scarsa produzione e alto assenteismo. Ora, per riposarsi dal surmenage, dallo stress che comporta l’asservimento continuato e continuativo, l’essere costretti a giocare a Farmville durante le noiose sedute nelle quali si discute di come salvare Denis Verdini dalla galera e affondare Marco Milanese, i nostri statisti hanno deciso di andarsene in ferie fino al 12 settembre, un giusto e sacrosanto mese di riposo e di vacanza durante il quale spendere un po’ dei soldi fregati ai contribuenti dalla casta dei nullafacenti. Che anche questa mattina la Borsa abbia aperto in rosso, che il famoso spread con i bund tedeschi sia arrivato a 390, che “re sole” al tramonto Giulio Tremonti sarà costretto a volare di mattina presto a Bruxelles per tenere buono Jean-Claude Juncker dopo il discorso alla Nazione dell’imperatore Silvio I°, sono questioni marginali a fronte delle vacanze esotiche, dei safari, delle vacanze intelligenti di Bossi a Ponte di Legno, delle immersioni di Gianfranco Fini e delle scarpinate in montagna di Gnazio e Gasparri uniti nella buona e nella cattiva sorte. Intanto trapelano alcuni dei contenuti del discorso “alto e forte” che Silvio Berlusconi terrà alla Camera alle 15 e alle 17 e 30 al Senato prima dello scioglimento delle righe per le vacanze. Silvio spanderà ottimismo a piene mani, sosterrà che l’economia italiana è salda, che il risparmio degli italiani è una specie di cassaforte che nessuna crisi riuscirà a intaccare, che le sue ville e castelli e dependance sono stati restaurati e pieni di turiste al limite della capienza, che siamo ancora la nazione con il più alto numero di telefonini pro-capite, che la Apple si è ancora di più arricchita grazie all’amore degli italiani per la tecnologia, che urge il confronto con le parti sociali (per fare poi quel che cazzo gli pare ma intanto lui la buona volontà ce l’ha messa) e che, infine, per scongiurare un autunno caldissimo, al limite dello scontro pre-rivoluzione, metterà a disposizione dei sindacalisti della Fiom, dei pastori sardi, degli allevatori padani, dei ricercatori senza contratto, dei precari della scuola, dei pensionati dell’Inps a 370 euro mensili gli appartamenti dell’Olgettina ovviamente con le inquiline a disposizione: nulla di meglio, in questi frangenti, che un po’ di pilu scacciapensieri tanto che lui, il Silvio, ha applicato la aurea regola del ”chiagni e fotti” fino a sabato scorso, quando all’ingresso della villa di Arcore è stato visto uno strano via vai di auto con i vetri oscurati. Ancora sano ottimismo di fronte al periodo più drammatico della storia d’Italia, ancora una sottovalutazione della crisi e, anzi, la tentazione molto forte di dire pubblicamente che ormai ce l’abbiamo alle spalle...la crisi. Tutto questo avverrà mentre le Borse saranno ancora aperte, con il rischio serissimo che i mercati possano reagire molto male alle parole del premier e arrivare a toccare quota 400 di spread, allora sarebbe davvero il tracollo e la bancarotta di stato, altro che Irlanda e Grecia. Pierluigi Bersani, dal canto suo, ha espresso il giudizio più violento da quando è segretario del Pd: “Per tre anni ha fatto quello cha ha voluto e ora ci chiede una mano? Vedremo”, ha detto Pierlu scatenando l’ira della sua base. Certo che il Pd sta attraversando un periodo nerissimo. I suoi dirigenti vengono contestati dovunque e non è come quando Fini mandava i suoi squadristi a contestare Prodi al Motorshow di Bologna, chi fischia e contesta i leader del Pd sono gli iscritti al partito, i simpatizzanti, i militanti, quelli che avevano malriposto ogni speranza nei peggiori politici d’opposizione degli ultimi 150 anni. Una volta, nelle sedi delle Pci, si tenevano discussioni senza fine sulle linee politiche del partito. A volte duravano ore ed erano motivo di dispute accesissime, al limite dello scontro fisico. La passione che contraddistingueva i militanti era pari alla forza con la quale, in nome delle idee, combattevano ogni giorni nei luoghi di lavoro, a casa, al bar e perfino nelle riunioni di condominio. Queste riunioni però, finivano spesso quando uno dei militanti, rivolgendosi al segretario della sezione, gli domandava: “Si vabbé, ma il partito che ne pensa?”. Il segretario diceva quello che il partito pensava e la discussione finiva lì. Oggi avviene esattamente il contrario. Un militante dice: “Si, vabbé, ma il partito che ne pensa?”. Il segretario risponde e la base fa esattamente il contrario. Povero Pd in mano agli amici di Casini! Non ci resta che concludere pubblicando la visione dello stato attuale dell’Italia disegnata da Francesco Del Zompo su un tema di Ugo Nespolo. Prima delle vacanze ci piace ricordare ai lettori la “mission” della politica nostrana.


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