Brutto film sia perché ripete le frasi di Silvio senza soluzione di continuità, e già non è il massimo, sia perché è solamente un collage di frasi e niente di più. Vorrebbe ripercorrere tutta la vita, ma affronta con rapidità l'infanzia e la giovinezza in una ri-costruzione spudoratamente fasulla, ma reale perché le parole provengono da fonte certa. E salta alcuni snodi importanti della sua vita e, oggi per noi, meno conosciuti rispetto alle vicende ultime.
In generale mi è parso superficiale; sufficiente come collezione aneddotica delle panzane del presidente, inutile per ogni critica (anche positiva).
Io personalmente farei un film di Berlusconi diviso in due metà, la vita dell'affarista e quella dell'uomo politico, con le zone d'ombra della partecipazione alla P2 e la partecipazione nei governi Craxi e la sovrapposizione tra affari privati e pubblici del conflitto di interessi.
E incentrerei il significato del film sul distacco dalla politica intesa come attenzione al bene comune che egli ha cavalcato e nutrito. Il vero problema, a parer mio, non è amare o criticare Berlusconi per il suo bipolarismo, per la sua schizofrenia, per le sue menzogne camuffate di realtà, ma il disinteresse verso la politica che ha saputo creare accentrando tutta la discussione su di sé: accorgersi che il fenomeno Berlusconi ha campato non tanto sull'amore dei suoi, ma sull'assenza partecipata degli altri è, davvero, il passo avanti che dobbiamo compiere. (E sarebbe anche il passo decisivo che dovrebbe compiere La Repubblica, a cui va l'encomio di non essere stata berlusconizzata, ma la critica di essersi fatta trascinare nell'arena!)
In questo senso anche il dibattito che è seguito alla proiezione del film, tutto giocato sul confronto muro-a-muro tra berlusconiani e anti-b., è inutile. Il confronto senza quartiere non fa che aiutare la causa berlusconiana, incarnata dal "sono tutti uguali" qualunquista a cui soggiace il liberismo individualista.
Oggi non abbiamo bisogno solo di sconfiggere politicamente Berlusconi, restituendo dignità alle nostre istituzioni e ai poteri dello Stato, dobbiamo soprattutto ripiantare i valori della vita comune, debellando le erbacce che stanno portando al fallimento l'occidente.
Di Silvio-forever, per questi motivi, non si sentiva l'esigenza...