Silvio governerà per sempre. L’opposizione? Modem, rottamatori, esploratori, giovani marmotte e soci del club dello spirito santo

Creato il 11 ottobre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Ci sono due o tre fatti (forse sono quattro), che meritano più di altri la nostra attenzione. Sullo sfondo, nel bene come nel male, c’è sempre lui, Silvio vostro che è nei cieli che voi, milioni di italiani circuiti dal mito del consumismo e in possesso di tre cellulari a cranio, avete votato, acclamato, adorato, invidiato, imitato e per il quale sareste disposti a vendere mammà se fosse ancora sessualmente appetibile. Lo scenario è chiaro a tutti. Sputtanato a livello internazionale, tanto da non potersi recare neppure all’assemblea generale dell’Onu, a Silvio restano ancora un paio di paesi dove andare senza essere subissato dai fischi e deriso come un clown a fine carriera che non riesce più a fare il salto della quaglia. A parte la Russia e Panama il resto del mondo per lui è tabù. Soprattutto da quando gli americani lo hanno inserito in Low and Order Special Crime, facendolo interpretare da Franco Nero che fa lo stupratore, Silvio non può viaggiare da nessuna parte senza che le mamme strattonino le figlie perché non gli si avvicinino. E non c’è nulla da ridere. Ieri sera a Linea Notte, l’ex ministro Cirino Pomicino ricordava i tempi in cui l’asse Roma-Bonn-Parigi guidava l’Europa. La stessa cosa è accaduta fino a quando in Italia c’è stato un premier credibile tanto che, cambiata la capitale tedesca, l’asse era rimasta Roma-Berlino-Parigi, che ha continuato ad essere la guida del mercato comune. È successo che Roma sia stata depennata dalla troika e che a guidare l’Europa oggi siano rimaste in due, la Germania e la Francia che però rappresenta più la sponda politica dei tedeschi che non una forza economica in sé. L’ultimo incontro fra Sarkò e la Merkel ha provocato l’alzata di scudi di “occhibelli” Franco Frattini ministro degli esteri, il quale fra le lacrime ha detto: “Però, non si fa così!”. E mentre da noi le mezzeseghe del governo si schieravano dalla parte di Frattini accusando la Germania e la Francia di essere diventate un “direttorio”, dall’America arrivava, netto, l’appoggio al duo franco-tedesco. Obama in persona si congratulava con Sarkò e la Merkel per il loro impegno a difesa della stabilità europea e di conseguenza mondiale. Il presidente degli Stati Uniti di Silvio non ne può più. Gli sta cordialmente sulle palle e quando si tratta di nominare lui o l’Italia, fa finta di dimenticarsene, come è accaduto per l’affaire libico quando ha ringraziato tutti, Danimarca e Liechtenstein compresi e non l’Italia. Incassato lo schiaffo americano senza battere ciglio, Silvio si è buttato a capofitto sul decreto sviluppo. Lui è convinto, secondo noi a ragione e il perché lo vedremo fra un po’, che se riesce a trovare 1000 miliardi con i due condoni tombali (fiscale e edilizio), ha di che finanziare lo sviluppo e, quindi, rivincere in carrozza le elezioni del 2013. E siccome di ritirarsi ad Antigua Berlusconi non ci pensa proprio, c’è il rischio serio che i milioni di italiani circuiti dal consumismo di cui sopra, tornino a votarlo, come se in questi anni non fosse accaduto nulla. La legge bavaglio è prodromica al tentativo di nascondere sotto il tappeto le sue schifezze, quella sulla prescrizione breve a togliersi dalle palle il processo Mills e quella sul processo lungo a far naufragare il Ruby Gate e gli scandali sessuali che lo hanno visto protagonista indiscusso di un’Italia parossisticamente in preda alle orge. Queste tre marchette, più i condoni, più la testa di Tremonti sul vassoio della portata degli arrosti e il Belpaese è pronto per altri cinque anni di potere berlusconiano. Pierfy Casini lo ha capito perfettamente, e infatti è lì lì per entrare nel governo, magari con un appoggio esterno iniziale, per poi confluire a pieno titolo, e con la sua pattuglia di indagati, nei ministeri che contano. Perché siamo convinti che a Silvio riuscirà il colpaccio? Perché dall’altra parte, come sempre, c’è il vuoto anzi, il sottovuoto. Inizia l’assemblea dei Modem, che non è l’apparecchio che serve a messaggiare in Internet, ma il Movimento Democratico di Veltroni, Gentiloni e Fioroni, i cui cognomi, oltre a finire tutti in “oni” dando la stura a stupide semplificazioni, sono diventati sinonimo di larghe intese, di governi di unità nazionale, insomma, di “grosse koalition”. I Modem concordano sul leader: “È Bersani e resta Bersani”, ma di Piergigi non condividono praticamente nulla, tanto meno la famosa foto di Vasto che lo ritrae con Di Pietro e Vendola. “I moderati se la daranno a gambe”, ha profetizzato il mite cattolicissimo Fioroni, mentre Uolter, che ha deciso che in Africa ci andrà ma da turista, ha detto chiaramente: “Noi dobbiamo indicare un’alternativa sicura e non andare al voto senza essere certi dell’esito”. Se quattro anni fa Veltroni l’avesse pensata come oggi, non avremmo avuto lo scempio berlusconiano, ma non facciamo dietrologia. E così, mentre i Modem mettono i paletti dicendo che l’unica alternativa a Silvio è un’alleanza con il centro, nel Pd sgomita e sgambetta il puer Matteo Renzi. A fine mese, alla stazione Leopolda, andrà in scena il “Big Bang”, una “valanga di proposte per rendere l’Italia un paese migliore”, ha tuonato sulle pagine di Facebook il sindaco minorenne di Firenze. Che ha aggiunto: “Quando l’anno scorso parlavamo di rottamazione molti pensavano fossimo matti. Davvero avete il coraggio di sfidare un’intera classe dirigente? Ma vi siete bevuti il cervello? Nell’anno trascorso è successo di tutto e oggi non c’è bisogno di parlare di rottamazione: la vogliono tutti!”. Infatti il putto Renzi ha ragione, in questo anno è successo di tutto, compresa la sua gita domenicale con famiglia al seguito ad Arcore. Forse non è un caso che il sindaco di Firenze voglia rottamare la sua classe dirigente e non dice una parola su come rottamare l’attuale maggioranza di governo. O forse è un caso. E se fosse fantapolitica? Una cosa è certa, addentando una piadina e sorseggiando un “amabile”, Piergigi ha detto: “Porco boia vogliono isolarmi”.

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