Silvio: Iva e Imu pretesti pubblici. Assoluzioni e leggi ad personam quelli privati. E ci sta venendo un dubbio su Bersani e i 5S. Come andò la trattativa?
Creato il 22 giugno 2013 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Dice: “Io sono uno Statista, mi consenta. Il governo potrebbe cadere solo sull'Iva e sull'Imu”. Invece pensa: “Giorgio non mi protegge. Enrichetto non mi dà la sua solidarietà e non ha permesso neppure un piccolo emendamento per salvarmi il culo nel decreto-disastri”. Dice: “Il governo è stabile, solido, l'unico possibile. Le mie vicende giudiziarie non influiranno sul suo destino”. Invece pensa: “Poffarbacco, lunedì c'è la sentenza Ruby; fra poco la Cassazionesul 'Mediaset', che se va male mi becco cinque anni di interdizione. E i miei alleati del Pd fanno finta di nulla”. E dice pure: “Stavolta i sondaggi non sono affidabili. Andare a votare ora sarebbe una tombola, mica è detto che vinceremmo. E poi ancora larghe intese? Impossibile, arriverebbero i forconi a Palazzo Grazioli”. Non è facile questo particolare momento storico per Silvio Berlusconi I°, Imperatore di Arcore, Re di Villa Certosa, Pro-Governatore di Saint-Lucia, Console Onorario Russo-Putiniano. Non è facile perché i nodi dei processi stanno venendo al pettine, e la fregatura e che lo stanno facendo tutti insieme: un delirio. Resosi anche conto che la coppia di legali che lo ha seguito fino a ora, Ghedini e Longo, è ormai guardata con odio viscerale in ogni tribunale italiano e pure in quelli irlandesi, Silvio ha assoldato il pacioso professor Coppi con l'unico scopo di trovare falle nei dispositivi dei pm e Coppi, da questo punto di vista, è il migliore in assoluto. Qualcuno potrebbe dire: “Ma allora Silvio ha deciso finalmente di difendersi 'nei' processi?” Eh no! Coppi è l'ultima speranza di far saltare il castello di prove inossidabili che i magistrati hanno ormai costruito, usando il detonante dei cavilli. È un tentativo, nulla più. Si può immaginare quindi, l'aria che tira a Palazzo Grazioli e nella Villa Mausoleo di Arcore. Bondi, lasciato giorni e giorni senza pappone; Bonaiuti, che ha iniziato a scrivere le sue memorie invece dei comunicati stampa pro-Capo; Capezzone senza più bonus cravatte; la Santanchè, ferma in sala d'attesa come una Olgettina qualsiasi e senza il conforto del palo della lap-dance. Vacanze amare quest'anno per Silvio. Tanto che per divertirsi un po', ha richiamato Topolanek, almeno quello, pensieri o non pensieri, è sempre in tiro. Sono giorni che un dubbio ci assilla. Ohibò, succede anche a noi. Come qualcuno ricorderà, durante l'incarico-farsa a Piergigi 'o smacchiatore Bersani, la chiacchiera che girava era quella che i grillini avessero chiuso ogni porta a una eventuale collaborazione con il Pd. Fin qui tutto chiaro e la diretta streaming con Bersani, ne rappresentò in qualche modo la conferma. Crimi e la Lombardi dissero in coro: “Mai e poi mai”. Sono giorni, però, che Grillo va urlando che il Pd “da noi voleva solo numeri e non ci ha offerto di entrare in nessun governo”. Questa frase, che se confusa nel mare di parole che Grillo urla a ogni comizio non significherebbe nulla, presa e contestualizzata in quel momento, il suo bel significato lo ha. Secondo Grillo, il Pd (Bersani) pretendeva dal M5S solo l'appoggio esterno al suo eventuale governo, senza alcuna chiamata di responsabilità diretta dei 5S. Bersani invece, racconta un'altra storia e cioè che i grillini, fin dal primo momento, hanno detto di no a un governo a sua guida. Chi racconta la verità, chi mente? E il fatto che non ci sarebbe stata nessuna offerta “diretta” di partecipazione attiva al governo, quando e dove è stato stabilito? In quale luogo segreto gli ambasciatori plenipotenziari del Pd e del M5S, hanno discusso di presenze grilline nel governo? E perché Bersani avrebbe detto di no, visto che la maggioranza, a quel punto, sarebbe stata schiacciante? Pd-Sel e 5S avrebbero avuto i numeri per governare, eccome! Il problema, allora, è un altro. La questione è che i 101 Zozzoni come hanno affondato Prodi, avrebbero silurato un eventuale governo tutto di sinistra e Bersani questo lo sapeva. L'appoggio esterno sarebbe servito solo a tacitare politicamente l'anima inciucista del Pd e a null'altro, anche se siamo convinti che nel segreto del voto di fiducia... A quel punto Grillo ha detto, giustamente, vaffanculo. È ciò che avremmo detto noi. Solo in questo caso specifico, e per niente altro, chiediamo scusa a Grillo, ci abbiamo messo un po', ma alla fine...PS. Se è vero che i fatti si sono svolti in questo modo, rivolgiamo a Beppe il caldo invito di cambiare immediatamente comunicatori e di fare un corso accelerato anche lui stesso-se medesimo. E' assurdo che un uomo di spettacolo come lui non riesca a farsi capire, ed è sconsolante vedere mezzeseghe che inseguono la bellezza delle parole, piuttosto che la sostanza.
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