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Silvio-LettaLetta. “Questo è il valzer dei moscerini... ullallà ullallà”

Creato il 28 settembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio-LettaLetta. “Questo è il valzer dei moscerini... ullallà ullallà”Ci abbiamo messo il refrain, perché della zecchino-dorata canzone rilanciata da Cristina D'Avena (la stessa interprete di mille anni fa), quel cazzo di ritornello ci torna sempre in testa e lo fischiettiamo pure (demenza senile), anche quando non dovremmo. Però, tanto per rimanere sulla terra traballante chiamata Italia, gli ultimi fatti della politica ci ricordano proprio quel refrain, solo che in questo caso i moscerini sono due: per tenersi compagnia. Spieghiamo. Il risultato di questa manfrina fatta di lacrime che scendono copiose sulle guance di tutti, ma proprio tutti, è che il primo ottobre, mentre una volta si tornava a scuola con il fiocchetto e il grembiulino, oggi aumenterà l'Iva di un punto: dal 21 al 22 per cento; e questo è il primo ullallà. Il secondo, per essere cantato, dovrà aspettare dicembre, quando i cittadini italiani pagheranno l'Imu. È sì. Perché il risultato del fallimentare tentativo di salvare un qualsiasi pregiudicato, con sulle spalle anche la devastazione ventennale di una nazione, sarà proprio questo. Però vedete, la storia è talmente scontata che non possiamo esimerci dal supporre una grande recita, uno psicodramma scritto a più mani per, da una parte recuperare quel maledetto 0,1 per cento di sforamento del 3 per cento di deficit consentito dalla UE, dall'altra per nascondere l'assoluta mancanza di idee su come trovare i 3-4 miliardi che servono per l'Iva, l'Imu, la Cig e la Cid. Belzebù ci ha insegnato che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca, e stavolta ci sembra uno di quei casi in cui pensare a un grande inciucio, per salvare la faccia da una magra colossale, non comporti una lira di danno, al massimo l'accusa di vaneggiamento fantapolitico. Chi continuerà a pagare il vezzo di Silvio di considerarsi ancora un macho statista che da 55 giorni non dorme perdendo 11 chili? Ma les italiens, porco boia. Contro la crisi si sono schierati tutti: vescovi, imprese, Fondo Monetario Internazionale e la stessa UE. Roba da non crederci, dopo venti anni è la prima volta che i vescovi italiani non sono d'accordo con Silvio. È vero che non l'hanno detto espressamente, ma il fatto di essersi schierati contro una eventuale crisi di governo, sta a testimoniare che stavolta cercheranno almeno di prendere le distanze dal loro maggior benefattore. Continuano le dichiarazioni farneticanti, tutte con lo sguardo fisso e un po' da matti nelle telecamere, dei quacquaracquà pidiellini. Non ci credono manco loro a quello che dichiarano, figuriamoci gli italiani.

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