8 gennaio 2016 Lascia un commento
Non posso negare che questa lettura sia diretta conseguenza della mostra dedicata Wildt.
Parlare di simbolismo significa coinvolgere innanzitutto la letteratura ma restando sulla pittura e sulla scultura, vuol dire considerare l’arte europea della seconda meta’ dell’ottocento sino ai primi decenni del novecento e non e’ un percorso lineare dai contorni ben definiti perche’ in qualche maniera opere ed artisti simbolisti potrebbero essere annoverati tra impressionisti, romantici fino all’art nouveau o jugendstil.
Il mistero e’ intrinseco nelle opere simboliste, rendendo di fatto ancor piu’ sfumato il confine netto tra generi, restando nel contempo la principale cifra caratterizzante dello stile che rielabora miti antichi mescolandoli a figurazioni pagane e religiose. E’ la descrizione di un altrove, oltre l’uomo e oltre la psiche, il tentativo di superare cio’ che e’ noto e sprofondare nel profondo di un stato d’animo, spesso angosciante e pauroso.
D’altro canto lo spirito dei tempo spingeva verso l’introspezione e gli artisti di ogni arte cercavano a loro modo di esprimere l’oltreumano e oltre l’umano.
Taschen non poteva mancare all’appuntamento con uno dei suoi piccoli ma preziosi volumi tematici, riassunti a tutti gli effetti ma di solito ben scritti e ben documentati e questa volta e’ ben scritto davvero. Norbert Wolf infatti introduce con chiarezza e precisione e in stile Taschen raccoglie un nutrito gruppo di artisti con una scheda e un’opera rappresentativa per ognuno. Inevitabili le assenze, non sempre si e’ d’accordo con certe scelte ma i testi sono competenti e giustificati, l’analisi per quanto sbrigativa tende a non lasciarsi troppo andare.
Insomma, ancora una volta un buon lavoro, anzi nel complesso della linea editoriale, uno dei migliori.
Parlare di simbolismo significa coinvolgere innanzitutto la letteratura ma restando sulla pittura e sulla scultura, vuol dire considerare l’arte europea della seconda meta’ dell’ottocento sino ai primi decenni del novecento e non e’ un percorso lineare dai contorni ben definiti perche’ in qualche maniera opere ed artisti simbolisti potrebbero essere annoverati tra impressionisti, romantici fino all’art nouveau o jugendstil.
Il mistero e’ intrinseco nelle opere simboliste, rendendo di fatto ancor piu’ sfumato il confine netto tra generi, restando nel contempo la principale cifra caratterizzante dello stile che rielabora miti antichi mescolandoli a figurazioni pagane e religiose. E’ la descrizione di un altrove, oltre l’uomo e oltre la psiche, il tentativo di superare cio’ che e’ noto e sprofondare nel profondo di un stato d’animo, spesso angosciante e pauroso.
D’altro canto lo spirito dei tempo spingeva verso l’introspezione e gli artisti di ogni arte cercavano a loro modo di esprimere l’oltreumano e oltre l’umano.
Taschen non poteva mancare all’appuntamento con uno dei suoi piccoli ma preziosi volumi tematici, riassunti a tutti gli effetti ma di solito ben scritti e ben documentati e questa volta e’ ben scritto davvero. Norbert Wolf infatti introduce con chiarezza e precisione e in stile Taschen raccoglie un nutrito gruppo di artisti con una scheda e un’opera rappresentativa per ognuno. Inevitabili le assenze, non sempre si e’ d’accordo con certe scelte ma i testi sono competenti e giustificati, l’analisi per quanto sbrigativa tende a non lasciarsi troppo andare.
Insomma, ancora una volta un buon lavoro, anzi nel complesso della linea editoriale, uno dei migliori.