Simbolo e immagine del tarocco

Da Tarocchipensiero @MichelPelucchi

Per una corretta dinamica dellaLettura.

L'ARCANO SENZA NOME (XIII)

Il Simbolo è una struttura ancora più primordiale: potremmo definirlo un disegno primo che contiene solo alcuni tratti grafici i quali non hanno apparentemente un senso immediato, ma risultano stranamente comprensibili ad una parte profonda della nostra coscienza.Il simbolo è qualcosa che va al di là di un semplice disegno, ma è costituito da un’espressione comunicativa che ha a che fare con lo spazio che ci circonda. La gestione dello spazio che ci circonda è il meccanismo mediante il quale viene letto il simbolo. Il simbolo è qualcosa di estremamente più primitivo, e quindi è più interpretabile. ” (Malanga)

Un Simbolo o Immagine... Il Tarocco non vuole essere un modello di visione, bensì il coronamento di un Sé più grande: doppio triplo sguardo e mille, infinite prospettive da validare. Così funziona! E il Tarologo sa per certo che il suo sguardo deve assimilare gli elementi che di seguito verranno esposti. Per una pura tarologia...

PUNTO PRIMO

  • (Nota che sym-ballein significa appunto “mettere assieme”)L'IMMAGINE, IL SIMBOLO non è (ri)velato se non inconsiderazione di altre immagini: sopra, sotto, dentro, tutte, le une sulle altre, quadro nel quadro e in-quadratura perenne. Sono esse [le immagini] «generiche o primitive» poiché si (s)compongono in strutture di immediata comunicazione, in campi di immediata lettura.
La ragione non dispone di un linguaggio atto a restituirne il carattere d'immediatezza e spontanea vitalità, per questo la crescita spirituale e dell'Intuizione (Neschamah), così come è stata presentata nei precedenti post, diventa il mezzo naturale di espressione del Tarocco1.
La ragione è dunque menzogna; è in gioco un fattore infinito e che permane ignoto; e poco fidato è lo strumento verbale.”

Assegnavo all'Arte – in particolar modo all'arte di Picasso – un ruolo principe per l'Intuizione simbolica. In Pablo si è visto quanto diretto spontaneo ed intenzionale sia il gestodi resa al mondo dei contenuti energetici (visioni d'artista) trasdotti ad un livello superiore di coscienza. L'Opera finale non è sterile coacervo di segni, bensì COMPOSIZIONI, strutture dotate di un “contenuto affettivo” (terminologia utilizzata da Jung per definire appunto gli Archetipi) pertinente ad un mondo che solo l'Anima sa cogliere e manifestare. Il Grande Volto. Uno e poi molti.

Eugenio Montale

Scrive ad hoc il Montale:

"Non chiederci la parola che squadri da ogni latol'animo nostro informe, e a lettere di fuocolo dichiari e risplenda come un crocoperduto in mezzo a un polveroso prato”

PUNTO SECONDO

  • L'IMMAGINE, IL SIMBOLO È UN PIANO, ossia frammento nel frammento che nel Tutto scopone e poi ricompone sé [stesso-altro] da sé medesimo
Nel Tarocco le immagini sono dunque delleporzioni, unità relativamente durevoli di spazio-tempo. Ad esempio, non solo uno stesso simbolo (o piano) mostra percorsi interpretativi differenti a secondo del consultante– del suo livello di coinvolgimento [stesso-altro]; del resto il tarologo in primisopera, cioè “scompone e poi ricompone”, rimescola quello che diventa l'organo dell'Intuizione: il Mazzo che va offerto al consultante2come un “preciso spazio simbolico” in grado di canalizzare l'inconscioin uno “spazio del possibile” (subconscio).La posizione assunta dagli oggetti intorno a noi (il Piano, come nell'Arcano I, Il Mago, n.d.r.) viene identificata come qualcosa che la natura ci vuole dire. Questo processo di lettura è totalmente inconscio, cioè avviene ad un livello che non riguarda più il subconscio, bensì una sfera più profonda che riguarda il nostro essere. A questo livello si mescolano segnali che vengono dal subconscio e segnali che derivano dall’inconscio e, se da un lato il subconscio, con il lobo sinistro del cervello, tende a razionalizzare il tutto, l’esatto opposto fa l’inconscio, che non passa attraverso la razionalità, ma attraverso il sentire, il percepire l’universo senza le mediazioni fisiche o matematiche proprie della scienza. A questo punto sta alla capacità del singolo saper ben comprendere quello che viene percepito, perché, se i segnali che vengono dal lobo destro (inconscio) e quelli che arrivano dal lobo sinistro (subconscio) non sono coerenti, il risultato dell’interpretazione finale sarà viziato dall’errore percettivo. » (Malanga)

PUNTO TERZO

  • IL SIMBOLO non può essere la realizzazione attuale dei segni – con i loro tratti distintivi e fissati – bensì continua metamorfosi degli stessi: singolari frammenti che si (s)compongono ad un tempo e con il tempo della loro effettiva realizzazione – perpetua.

Uroboros

La lettura del Tarocco è simbolica quando mostrala creazione nel suo «da farsi continuo»; il Simbolo vibra per il suo incessante “ritornare ad essere” carico e portatore di tutti gli avvenimenti percorsi da vite non già “passate”, bensì vissute. Ogni volta, nella dinamica della lettura, è lo svilupparsi di una morte ricorrente delle vite per LA VITA unica e singolare che ci struttura. Da qui la persona, dunque l'enigma, nella viva figura del consultante – da riscoprire. Questo il senso vero dell'ARCANO XIII, SENZA NOME. Il significato di un lavoro di trasmutazione dell'Immagine che, sempre per Jung, èAutofecondazione Interiore, dynamis dell'Intuizione, scoperta: il gestodi scavo e di resa al mondo dei propri contenuti energetici: quelli tutti che in epoche passate ci hanno formati/deformati, ora trasdotti ad un livello superiore di coscienza. Pensateci!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, qualche storta sillaba e secca come un ramo.Codesto solo oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (Montale)




NOTE
1In particolar modo nel post “Filosofia tra East and West (.2)” si offrivano tre punti cardine per impostare il lavoro di scoperta e lettura delle Carte.
  • SI RICERCA «Il nesso» o l'Intuizione (Neschamah) fra ciò che è dato (tradizione, passato), ed il magico quale appello all'incognito non-finito. Quest'ultimo non ha ragione e niente, dico niente parole.
  • NELL'ABBANDONO, non vedrai ratio, o finito rapporto di mediazione tra te e il tuo conoscere; sarai diretto, un folle, il Matto che va giù spedito, e non il cretino schiavo del mondo, filtrato dal mondo (dai mondi tanto interiori quanto esteriori).
  • COGLIERE«il nesso»/«il centro» simpaticamente definito Zen, significa cominciare ad avvertire che qualcosa in te manca, se troppo ti affidi ai metodi educativi vigenti, alle misure scaltre, troppo intelligenti.
2 «Ritengo importante chiarire come mai abbia scelto di usare il termine consultante parlando delle mie letture dei Tarocchi o dell'analisi dell'albero genealogico: rifiuto il termine paziente perché lo ritengo riservato all'ambito medico e perché ho la sensazione che all'interno di una terapia psicologica si sottovaluti la persona desiderosa di realizzarsi. Guarire – psicologicamente parlando – è trovare se stessi. Un “paziente (fondamentalmente passivo) non può curarsi, perché si aspetta che la salute gli venga restituita da un medico o nel peggiore dei casi da un ciarlatano. Invece un “consultante” è capace di trasformarsi nel guaritore di se stesso; sa che la sua realizzazione (trovare la pace) dipende dai suoi sforzi. Un terapeuta non può dunque comportarsi come un Maestro orgoglioso, ma come un'umile guida» (Jodorowsky).

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