Il suono del campanello arriva, inaspettato eppure atteso, alle 16.40. Ad attenderla, all’apertura della porta, ritrova un caro amico, eppure insieme un mondo, che è familiare e distante come può essere un lustro fa. Un’altra vita, dove si consumavano, furibonde, nostalgie di Onda; un altro mondo, che adesso da un lato ha una patente ufficiale, eppure non c’è più. In mezzo, l’acqua che ha consumato i ponti parla di morte, di cambiamenti, che, per quanto belli, sanno sempre, tutti i giorni, tanto e solo di mancanza. In mezzo nuove strade, e dunque (va da sé) nuovo romance.
In mezzo, tante parole scritte, e anche tanti silenzi. Assetti emozionali che sono stati ricalibrati palmo a palmo; nuovi amici e conoscenze, e la consapevolezza che, talvolta, pur sbucciati, va bene anche così.
La ‘povna ha accolto con pensieri simili, l’arrivo di Marco Balzano nella sua casa, nella piccola città. Insieme a lui, oltre a tentare di recuperare una valigia persa, ha preso atto che ci sono sintonie che non si incantano (e ne ha scritto, oggi come allora, con Ohibò). Ma insieme, adesso, ci sono anche tanti altri amici e nuovi volti, costruiti con quella pazienza artigianale che poi da sola fa sostanza. Lei, per esempio; e poi Mr. Higgs, Scovolino, sua sorella Beatrice, e la sua compagna Tosta, e anche l’altro amico Saimon. E accade così che questo venerdì stancante, che si conclude in una cena conviviale e bella, arrivi al mezzo di una settimana massacrante, eppure cruciale, come spesso accade, quando le cose rifiutano di conformarsi a un trasferello.
La ‘povna prende atto, e lo tiene per viatico dei giorni prossimi, che saranno, insieme, faticosi e belli. E poi, adesso come allora, scrolla i capelli, raccatta la valigia, e sale al nord.