Marzo 2011. Il mondo sembra ritornare a quegli antichi copioni che hanno già in passato prodotto gli orrori mondiali.
Un mondo che viaggia ad una velocità meccanica, lontana dalla fisica dell'anima, quella che, sola, potrebbe ristabilirne un certo equilibrio.
Allora ritengo necessario mettere da parte certi manuali tecnicistici che promettono modelli "vincenti" per riprendere in mano testi di natura filosofica, che non hanno come scopo quello di omogeneizzare contenuti, ma di porre la riflessione sulle tematiche dell'essere, dell'esistere nelle forme della politica, del privato e dello spirituale.
Allora mi piace citare un passo di Simone Weil, che sento particolarmente vicino:
"...Avverto il bisogno essenziale, e credo di poter dire la vocazione,di passare tra gli uomini e i diversi ambienti umani fondendomi con essi, assumendone lo stesso colore, almeno nella misura in cui la coscianza non vi si opponesse, dissolvendomi tra loro, affinchè si mostrino quali sono, senza dissimularsi ai miei occhi. Desidero conoscerli per poterli amare quali sono..."
(Attesa di Dio_ ed. Adelphi)