Una panoramica sulle migliori opzioni per i piloti virtuali competitivi
Quanti hanno sognato di prendere il posto di Alonso, Vettel o Schumacher e di poter dimostrare al mondo intero di essere meglio di loro? Alzi la mano chi lo ha pensato. Purtroppo, come capita in questi casi, già potersi permettere un kart e girare in pista risulta dispendioso. Approdare in qualche categoria superiore è, spesso, proibitivo. Fortunatamente per noi aspiranti piloti, arriva in aiuto una componente dei simulatori di guida che troppo spesso viene trascurata: quella online.
Prospettive limitate
Il panorama odierno è piuttosto "ristretto" e i simulatori che permettono di gareggiare online sono pochi. Ma andiamo con ordine: il concetto di online racing non è presente da molto nella cultura dei piloti virtuali. Lo spartiacque è stato senza ombra di dubbio Grand Prix Legend, titolo targato Papyrus uscito nel lontano 1998. Questo è stato il primo ad integrare in modo fruibile una componente online funzionante. Tornando ad oggi, a 15 anni di distanza, un pilota virtuale si trova davanti essenzialmente due strade: rFactor e iRacing.
Facendo questa selezione escludiamo volutamente dei titoli, per alcuni motivi precisi: Assetto Corsa perché, ad oggi, non è ancora dotato di una modalità multiplayer e non sappiamo ancora quante persone supporterà né come; GTR2 perché ormai quasi del tutto caduto nel dimenticatoio; e altri titoli, come la serie F1 di Codemasters o Project Cars perché hanno sì un supporto online, ma non così strutturato da poter essere annoverato in questo articolo. Oltre a non essere dei simulatori duri e puri. Stesso discorso vale per Forza Motorsport e Gran Turismo, su console. Uno degli aspetti fondamentali dell'online racing è la capacità di gestire, contemporaneamente, un grande numero di auto in pista e di dare tutti gli strumenti necessari allo svolgimento di un campionato. Grand Prix Legends, per esempio, permetteva a 16 persone di combattere, ruota contro ruota, senza grossi problemi di lag. Negli anni successivi il dominio è sempre stato ad appannaggio della software house gestita da David Kaemmer che, con la serie Nascar, tenne saldamente il controllo sulle gare in multiplayer. Solo a partire dal 2005 le cose hanno preso un'altra direzione con l'uscita di rFactor, simulatore, rivoluzionario per l'epoca, creato dai produttori della serie F1 di EA. Ebbene, rFactor permetteva, oltre ad avere un approccio "aperto" (che dava la possibilità a chiunque con un po' di conoscenze di creare i propri tracciati e le proprie auto), anche di disputare gare con 40 piloti contemporaneamente. Un successo insperato che riaccese la voglia di online racing e che lo portò questa "disciplina" ad un livello superiore.
Le due scelte
Pur essendo passati quasi 10 anni dalla sua uscita, rFactor rimane una piattaforma utilizzatissima per i campionati online sia in Italia che all'estero. La possibilità di modificare quasi tutti gli aspetti del simulatore è stata sia un vantaggio (in particolare poter creare macchine e tracciati per il proprio campionato) sia un limite, con migliaia di versioni di tracciati e auto differenti che creavano confusione e spesso non permettevano di partecipare alle sessioni online. Fortunatamente, i creatori di mod veramente meritevoli sono molti e le comunità che organizzano campionati privati (che quindi richiedono iscrizione) sul suolo italiano sono diverse e ben organizzate. Purtroppo gli anni che ha sulle spalle cominciano a farsi sentire e il suo successore, rFactor 2, non è riuscito ancora a soppiantare il fratello maggiore. Tuttavia, rimane una buona base di partenza per chi vuole entrare in questo mondo.
rFactor 2 - Videoanteprima
Un diverso discorso va fatto per iRacing: il titolo ha fatto tesoro di tutta l'esperienza accumulata negli anni sotto il nome di Papyrus e propone un vero e proprio "Online Motorsport". Cosa significa? Fondamentalmente il pilota virtuale non deve preoccuparsi di nulla.
Solo di correre. I vari campionati sono divisi in categorie (spesso la divisione è effettuata per auto o per tipologie di auto) e le gare si disputano su un totale di 12 settimane, a stagione, per 4 volte l'anno (per intenderci: ogni settimana è presente una combo pista-auto decisa a tavolino dagli organizzatori e un virtual driver può correre tutte le gare che desidera in quella settimana). Alla fine di ogni stagione sono introdotte nuove build che propongono auto, piste e fix vari. Le gare sono ad orari fissi e si possono trovare persone, provenienti da tutto il mondo, in ogni momento della giornata. Oltre alle gare, ovviamente, sono disponibili server sempre aperti con sessioni di pratica nelle quali girare liberamente in presenza di altre persone, per affinare il proprio setup e il feeling con il tracciato e l'auto. Non dimentichiamoci delle qualifiche: sessioni, tendenzialmente brevi, che permettono di stabilire il nostro tempo in griglia. La gestione dei piloti è ottimamente organizzata in classi che vanno dalla Rookie alla A (oltre a PRO e WR che sono destinate ai migliori piloti virtuali del mondo) il tutto tramite un sistema chiamato Safety Rating.
Di cosa si tratta? E' un sistema automatizzato che analizza ogni nostra gara online (non le sessioni di pratica) e attribuisce dei valori per la nostra condotta. Non facciamo incidenti? Siamo in grado di percorrere la distanza di gara con poche uscite di pista? Bene, il nostro Safety Rating aumenterà e di conseguenza anche la nostra classe permettendoci di partecipare a campionati con auto più impegnative. Attenzione: il Safety Rating può anche essere perso e con esso le nostre classi conquistate con tanta fatica. Inoltre, i piloti che partecipano alle gare vengono raggruppati in base all'iRating, un altro dato che identifica il valore dei piloti. Insomma, per farla più facile: un pilota con 1000 di iRating verrà inserito in una gara con persone dal valore simile al suo, così da rendere la sfida il più possibile omogenea. Rimane il fatto che spiegare iRacing a parole è molto più complicato che provarlo di persona. In conclusione se proprio volessimo trovare una nota negativa, non potremmo che citare il fatto che il pilota virtuale deve pagare un abbonamento mensile per usufruire dell'ottima infrastruttura che iRacing offre (server, portale, report automatizzati e forum privati). Oltre all'abbonamento il pilota deve decidere che auto e piste acquistare (da aggiungere a quelle contenute nel pacchetto base) per poter partecipare ad un determinato campionato. Altra nota dolente, è la lentezza con la quale lo staff produce aggiornamenti. In poche parole: iRacing è ottimo, ma non per tutte le tasche.