Il primo film si faceva promotore di una potenzialità mediatica originale: bianco&nero e assenza di tonalità cromatiche erano lì a ricordarci che si trattava di un fumetto. La stilizzazione e la bidimensionalità (bidimensionalità apposita anche nel 3d) marcano ancor più in questo episodio la forte impronta fumettistica voluta da Rodriguez e Miller. Espressione visiva a discapito di altro: Sin City oggi è questo e lo si intuisce dalle estreme caratterizzazioni dei personaggi e dei loro sguardi.
La scarsa consistenza narrativa è colmata forse da tutto ciò. Ma credo che poi, per un film del genere, non sia neanche opportuno parlare di vuoto narrativo. Il tutto va preso come un fumetto, e come su un fumetto ci vengono somministrati eroi e vicende da fumetto. Anacronismo, ribaltamento temporale, disambiguazione.
Certo, potremmo comunque continuare a pensare, peccato che la consistenza espressiva non porti con sé anche una altrettanto valida sceneggiatura. Probabilmente, il fascino di un prodotto filmico tale consiste proprio in questo. Lasciare che non sia la vicenda la portata principale.