Gentile Sindaco di Valenza,
ora che il disgelo e la pioggia hanno liberato dalla neve e dal ghiaccio i marciapiedi di centro e periferia, alleviando i disagi dei pedoni, sarà certamente meno impegnato e potrà dedicarsi, anima e core, ai problemi che più affliggono la città. Avvertiamo l’esigenza di ragionare sulla sua esperienza di governo, vorremmo segnalare con pacatezza i limiti e i ritardi, a nostro avviso, di un’azione amministrativa non all’altezza delle sfide che la città deve saper affrontare e vincere. Iniziamo, con questa prima lettera ad affrontare i problemi del lavoro e dell’economia. Converrà con noi che la città è precipitata in una “morta gora” spinta dal vento della crisi. A fine 2011 si sono ancora verificate cessazioni e riduzioni di attività: si sono registrate nuove iscrizioni di lavoratori nelle liste di disoccupazione e mobilità, iscrizioni che tutt’ora continuano, con un’impennata del contenzioso di lavoro a causa del mancato pagamento di mensilità arretrate e del trattamento di fine rapporto. Le stime rilevano che la città ha perso almeno il 50% della sua forza lavoro, non solo nel settore orafo; gli effetti della crisi si allargano a macchia d’olio nell’edilizia, nel commercio e nella altre attività economiche, ed hanno cessato l’attività circa il 30% delle aziende. Vorremmo conoscere, tutta la città vorrebbe conoscere, le azioni che l’Amministrazione Comunale da Lei presieduta intende intraprendere, collaborando con altre Pubbliche Istituzioni, per alleviare questa grave “sofferenza” in cui è precipitata la città. Converrà con noi che il servizio giornalistico andato in onda sulla Rai, alcuni giorni fa, ci ha raccontato una realtà che non c’è più. Anche i dati diffusi e commentati su quotidiani di rilevanza nazionale (La Repubblica – Torino 31 gennaio 2012 “I magnifici dieci distretti del Piemonte dove la crisi è solo un ricordo” di S. Parola) pur essendo veri dal punto di vista monetario non descrivono affatto la realtà. Ci spieghiamo meglio. E’ vero che l’export del distretto, nei primi nove mesi del 2011, è aumentato del 70,3%, portando il distretto a più 58,9% rispetto al periodo pre-crisi. Questi dati, ripetiamo veri, dimenticano di analizzare l’aumento iperbolico delle importazioni dai Paesi a basso costo del lavoro (Cina ed altri), importazioni che, prive di lavorazioni aggiunte, si trasformano immediatamente in esportazioni. Inoltre il valore delle esportazioni è stato anche incrementato dall’aumento del costo delle materie prime impiegate (oro e diamanti) che nel corso del 2011 hanno pressoché raddoppiato il loro valore. Gentile Sindaco di Valenza, sa dirci quante ore lavoro sono state esportate? Se l’occupazione ha avuto una caduta del 50%, forse anche le ore lavoro hanno avuto almeno la stessa riduzione. La recessione non è affatto un ricordo, ma è, purtroppo, ancora in pieno svolgimento.
Non v’è dubbio che le ultime stagioni dei distretti industriali hanno visto la fine dell’espansione quantitativa, la delocalizzazione, imprese che cercano di incorporare valore aggiunto terziarizzandosi, processi di internazionalizzazione, ecc., ma il nostro distretto dove va? Come fa a consolidarsi con quelle imprese che, nonostante la crisi, hanno saputo contenere le difficoltà ed esprimere esperienze positive? Pensiamo che occorra favorire processi virtuosi: il primo è legato agli investimenti in riorganizzazione produttiva e nell’elevare il valore aggiunto del prodotto anche con l’inserimento nell’attività produttiva di elementi “immateriali” (ricerca, brand, comunicazione, storia, ecc.); il secondo processo, collegato al precedente, è costituito dall’investimento in capitale umano e dalla sua valorizzazione; il terzo processo è collegato alla necessità della filiera di rendere più integrata la propria catena del valore, avvicinarsi il più possibile al cliente, alle sue esigenze, in quanto il mercato richiede in misura crescente risposte personalizzate. Anche nel nostro distretto le imprese si collocano alle due polarità opposte: da un lato quelle più innovative (poche) che dimostrano una vitalità e una reattività che fa ben sperare nel futuro; dall’altro, quelle (moltissime) che non riescono ancora a trovare un percorso adeguato. Occorre un nuovo piano di politica industriale, un progetto mirato per i numerosi distretti italiani che contempli le problematiche esposte e che consenta al maggior numero di imprese di compiere quel processo di upgranding necessario alla loro competitività. Le Istituzioni Locali, quindi anche l’Amministrazione Comunale, possono giocare un ruolo importante. In questi due anni non abbiamo sentito profferire nemmeno una parola in qualsiasi sede (nell’aula del Consiglio, in incontri pubblici, in iniziative culturali, ecc. ) per costruire un vero progetto, né abbiamo avuto notizie di azioni, coordinate con Regione e Ministeri competenti, come sta avvenendo in altri distretti italiani, finalizzate a cogliere opportunità per invertire la tendenza. La stessa attività di Expo Piemonte, non è stata sin’ora all’altezza delle aspettative, nonostante i cospicui capitali pubblici investiti, e dove anche Lei, gentile Sindaco, partecipa al consiglio di amministrazione. Le dichiarazione programmatiche dell’Amministrazione Comunale avevano ottimi intendimenti. Trascorsi quasi due anni, si registrano “zero progetti” e “zero azioni”, mentre tra gli operatori c’è sconcerto e nella città si registra un disorientamento generale e una grande perdita di credibilità dell’Amministrazione Comunale. Occorre ridare prospettive e dignità ad una politica amministrativa che sia rivolta ai cittadini e al loro bisogno più pressante: il lavoro.
Partito Democratico di Valenza
Il Coordinamento del Circolo