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Sindrome da “mi piace” compulsivo

Da Leggere A Colori @leggereacolori
Senza titolo-1É sempre stata l´era del “mi piace”, il romanticismo e l´estetismo morale, e i loro parenti. Solo che si esprimeva in modi diversi. Facebook ha rivoluzionato il mondo della connettivitá sociale internettiana e tutti gli altri social hanno seguito a ruota, tutti diversi e tutti uguali nel concetto di dare all´utente lo strumento per esprimere il proprio diritto voto giornaliero virtuale, per esprimere la propria opinione su qualcosa e qualcuno, per accodarsi a quelli a favore o a quelli contro e valorizzare, sopratutto, un contenuto di qualsiasi tipo con il “mi piace”(Google usa il +1 e Twitter il retweet ma la sostanza non cambia). Se controlliamo quanti  ”mi piace” abbiamo messo nella nostra vita virtuale ci accorgeremo ben presto che pur essendo parsimonioso saranno centinaia le pagine, gli argomenti, le presone, le aziende, i luoghi, gli interessi, gli sport e i personaggi o artisti che seguiamo.  É il sistema, d´accordo, non facciamo che vedere cose posti persone e prima o poi ci prenderanno per sfinimento, pur di vederle scomparire cliccheremo “mi piace”. A dire il vero a volte il “mi piace” é incontrollabile, nella vita reale come in quella virtuale. Lo timbri sulle persone e sulle cose senza compiere scelte razionali o prese di posizione ragionate. Abbiamo bisogno di esprimerci, il romanticismo e l´estetismo morale menzionati in apertura ne sono una prova, abbiamo bisogno di fare clic anche quando ci siamo di Continua a leggere

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