Sindrome da secessionismo

Creato il 01 ottobre 2011 da Speradisole

Non ci sono solo i padani che vogliono dire addio all’Italia.  

Da anni  Il movimento Südtiroler Freiheit, vuole  «un futuro senza Italia» e ricongiungersi all’Austria.  «Un futuro senza Italia» come dice Eva Klotz, la fondatrice figlia di Georg, terrorista negli anni ’60, « perché il tracollo italiano non può trascinare a fondo anche la provincia di Bolzano».

 L’idea di pagare meno tasse spinge  alcuni abitanti di Como e Varese a sognare un’Insubria, riunita al Canton Ticino.

Straordinaria la provocazione del Comune ciociaro Filettino: contro i tagli ai Comuni con meno di mille abitanti, il sindaco ha inscenato un divorzio dall’Italia ed ha proclamato il borgo Principato, con moneta, inno e la ricerca di un futuro re.

Poi ci sono gli insoddisfatti dei loro confini regionali.

Cortina vuole dire addio al Veneto e associarsi con tutta la provincia di Belluno in Trentino. Nonostante le  migliaia di firme raccolte, la Corte di Cassazione ha detto no. Ma la battaglia del movimento Belluno autonoma Dolomiti regione continua, al grido «Un orgoglio viverci, un dovere salvarci»

Alcuni secessionisti del Salento sostengono che le «e tre province salentine», ricevono la metà dei soldi della sola provincia di Bari», per questo vogliono separarsi dalla Puglia  e creare un’altra regione, il Salento,  con capoluogo Lecce. Le firme sono già state depositate.

Il presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli ha lanciato l’idea di  istituire il “Principato di Salerno”. 68 Comuni distribuiti tra Salerno, Benevento e Avellino, hanno detto sì. La Consulta deve stabilire se al referendum partecipano gli elettori residenti nel territorio del nuovo “Principato “ oppure tutta la Campania.

Per la Romagna la secessione dall’Emilia è arrivata a buon punto, di fatto manca la modifica  costituzionale. Il Movimento per l’autonomia della Romagna può contare sull’appoggio della Lega Nord e del Pdl. A qualcuno questi appoggi suonano sospetti e la vedono di più come una spartizione politica: la sinistra resterebbe in Emilia, mentre alla destra dovrebbe andare la Romagna.

Sette Comuni (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) sono passati dalle Marche all’Emilia Romagna: Rimini, in effetti, è più vicina di Pesaro e nella regione governata da Vasco Errani si vive meglio. Adesso due comunità: Sassofeltrio e Montecapriolo sono pronte a seguire la stessa strada.

La deputata Pdl Nunzia Di Girolamo, con il benestare di Mastella, si è inventata, a suo tempo,  il Molisannio (regione formata dal Molise più il Sannio), per protestare contro l’assenza di beneventani nella giunta campana.  Forse solo folclore e niente più, ma la minaccia secessionista è come un’arma puntata, pronta a sparare.

 Secessione  locale e personale

La strada dove abito ha i numeri pari sotto un quartiere ed i numeri dispari sotto un altro. Sarà per questo che l’asfaltatura dei marciapiedi è stata fatta in anni diversi e la spazzatura della strada avviene il lunedì per i numeri dispari ed il giovedì per la parte dei numeri pari. Che sia il caso di fare un referendum  stradale per annettersi ad un solo quartiere?  Il rebus è  quale quartiere scegliere perché l’uno o l’altro vanno bene. Ma, a dire il vero, meglio che le cose restino come sono. Infatti la strada viene pulita due volte la settimana e se un quartiere è più lesto nel rispondere alle domande degli abitanti, l’altro non può fare brutta figura e deve fare altrettanto se non meglio. Che sia il caso di suggerire la stessa cosa anche a tutti i secessionisti italiani? In fondo si tratta pur sempre di questioni locali.



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