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Sinergia e copyright sul Collio Cormonese

Creato il 25 novembre 2012 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo
Collio

Viene talvolta da sorridere quando, vedendo eserciti che partono gambe in spalla verso battaglie che credono di combattere come i primi Paladini, ci si accorge invece di quanto in realtà si ripetano secolari diatribe sul vino o sui nomi dei posti dove esso è prodotto. È interessante riscontrare come il vino presenti aspetti che rientrano nelle “grandi questioni” con le quali per secoli diverse generazioni continuano a confrontarsi.

Nel febbraio del 1875, 137 anni fa, si tenne a Torino il primo congresso enologico italiano. Parlando di quale dovesse essere il futuro, si misero a confronto due anime dell’enologia italiana, due tendenze contrapposte.

Il principale oggetto del contendere furono le pratiche enologiche.Da un lato stava la tendenza che desiderava vini di tipo costante, che voleva svincolarsi dai rischi di produrre vini di qualità diversa ogni annata, qualità determinate dalle differenze di maturazione delle uve, e che quindi chiedeva, analogamente a quanto era usuale fuori dall’Italia, la possibilità di correggere i mosti in zucchero e acidità, in modo da ottenere tutti gli anni un vino dalle caratteristiche costanti.Dall’altro lato si schierava l’altra anima dell’enologia italiana che considerava l’aggiunta di zucchero, la disacidificazione o l’utilizzo delle altre pratiche enologiche applicate in altre nazioni come delle tecniche da non usare e da non divulgare.La necessità di presentare sul mercato, in maniera unita, tutti i i produttori e con vini di tipo costante, in grado di essere commercializzati all’estero, portò il congresso di Torino ad approvare la proposta di “correggere il mosto nelle annate non favorevoli, e riportarlo a titolo normale.”Questo cosa significa?Significa che già nel XIX secolo vi erano delle diatribe che furono superate con il buon senso, mentre da noi il “Consorzio Tutela del Collio” e “Piccolo Collio”, sono venute ai ferri corti per via del nome coperto da copyright.Scusatemi, perchè scannarsi quando si può fare sinergia?Cara Patrizia Felluga, perchè non vi sedete ad un tavolo tu, Sirk e Keber e trovate una soluzione al problema?Abbiamo un posto tra i più belli del Friuli Venezia Giulia e siete qui a preoccuparvi della primogenitura del nome Collio?Insomma mentre “In altre parti d’Italia si fa sinergia per portare turisti e produrre dell’ottimo vino, voi non trovate una soluzione a questo problema, anzi procedete con diffide legali, non considerando la maggior parte degli studi territoriali di matrice socio-economica che considera il territorio come un sistema dinamico di relazioni intersoggettive capaci di sedimentare risorse relazionali” tra le municipalità, i produttori di vino e non solo, le classi dirigenti politiche locali, in coesione con taluti grandi produttori  si rinchiudono nei battibecchi del proprio campanile a discapito di quel processo di “sviluppo territoriale diversificato, basato sulla valorizzazione sostenibile delle risorse materiali e immateriali presenti in un certo territorio”.CollioIndipendentemente dai confini comunali o provinciali, l’incapacità di talune classi dirigenti politiche si nota anche nelle scelte programmatiche delle previsioni urbanistiche.Ma il timore è quello che chi è egemone tenterà di fare di tutto per continuare ad esserlo ed impedire contemporaneamente che altri territori o produttori possano uscire dallo stato di subalternità. Se per il COLLIO deve essere nuova Primavera, per cortesia fate che inizi da Cormons.

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Tags: cormons, enologia, Tag, UE

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