Sinfonie di luci. Mostra fotografica di Gianfranco Budano
7 maggio 2013 di Vincenzo D'Aurelio
©Gianfranco Budano: Tree-top
Per Gianfranco Budano, classe 1962 e leccese d’adozione, l’incontro con la fotografia avviene nel 1981, anno in cui acquista la sua prima fotocamera: una Olympus. Da quel momento l’obiettivo diventa più che un hobby tanto da portarlo a formarsi come fotografo professionista lavorando per importanti agenzie internazionali. Alcune sue foto sono presenti su Getty Images, uno dei fornitori leader mondiali di contenuti digitali, e la sua “Christmas in Italy” è stata acquistata dalla University of Oxford e utilizzata per il banner del Dipartimento di Italianistica. Oggi, forse perché non più impegnato professionalmente a tempo pieno, la foto è divenuta una ricerca d’intima tesa a immortalare suggestioni paesaggistiche straordinarie, l’armonia di quella natura alla quale lui è strettamente legato quasi in una sorta di simbiosi biologica e psichica.
Fermare l’attimo in uno scatto senza catturare l’emozione suscitata in chi n’è attratto significa ridurre il senso della foto a mera mimesi. Nella fotografia di Gianfranco Budano l’immagine non si presta mai ad essere una superficiale imitazione-riproduzione della realtà quanto, invece, la rappresentazione di uno stato emozionale che l’occhio, attraverso l’obiettivo, riesce a scorgere tra distese agresti silenziose, muriccioli, vitigni, alberi dai tronchi e dalle chiome tormentate e, ancor più, attraverso gli sconfinati suoi cieli che ospitano, quasi costantemente, fantasmagoriche ed intense evoluzioni nuvolose. In questo suo modo di fare fotografia è facile scorgere, così come lo stesso autore conferma, il pensiero del francese Michel Tcherevkoff: «uso la fotografia per creare la mia propria visuale. Non registro la realtà. Catturo quello che sta nella mia mente basandola su quello che è fuori da lì. […] non interessa il processo ma il risultato».
“Freedom land”, (ph. Gianfranco Budano, 2007 – Tutti i diritti riservati)
È la capacità dell’autore di trasfondere l’incorporeità di un suo stato interiore in immagini di forme tangibili presenti in natura – ricorrendo anche alla manipolazione dei colori per renderli ancor più netti – a dare alla sua fotografia il merito di poterla definire “artistica”. Gianfranco ha il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare e il gusto di catturare; gli sono propri i tre concetti che, secondo Helmut Newton, sono alla base dell’arte della fotografia. Sarà, probabilmente, il legame e la passione che lo tengono così amorevolmente stretto alla sua terra salentina – è anche il fondatore e il direttore della nostra rivista “Culturasalentina.it” – a far di lui un fotografo che preferisce sia i fortissimi contrasti di colore e sia la morbidezza della luce come quella che caratterizza i suoi tramonti dai cieli infuocati oppure quella che si perde negli orizzonti marini o tra ulivi e i pini secolari di una terra apparentemente arsa e infeconda. I colori sempre vividi e portatori di lucentezza accentuano il senso del calore – umano e fisico – che enfatizza sottolineando le sfumature degli arancioni. Allo stesso modo, in molte foto, la manipolazione del colore permette, a chi osserva, di avvertire attraverso accesi verdi e rossi o pastelli imbruniti il brivido di una brezza marina, di inebriarsi dell’armonia di un campo fiorito, di sprofondare nel silenzio fiabesco di una lunga stradina di campagna, di ascoltare brusii atavici sullo sfondo di un’antica masseria o di una vetusta paiara accarezzata dal vento, di sentire il peso della storia sopportato da un’antica torre costiera. I suoi intensi cieli blu sovrastano campi e chiome verdi smeraldo, i cieli azzurri sono contrapposti a distese rosse di terre pronte a far germogliare il grano, il vitigno sembra dire che il sangue di quella sua terra salentina è contenuto proprio in esso.
“Un día encantador”, (ph. Gianfranco Budano, 2008 – Tutti i diritti riservati)
La fotografia di Gianfranco Budano è un mondo di visioni e di luoghi della sua immaginazione, così come lui stesso afferma: lo scopo ultimo della sua fotografia è quello di offrire una sorta di reazione in chi la guarda. E’ difficile rimanere indifferenti a tanta bellezza di luoghi che, fortunatamente, il Salento ancora conserva e che Gianfranco Budano sa sapientemente incastonare in atmosfere fiabesche, in ideali abbracci romantici, in stupende interpretazioni artistiche, in immagini mentali chiare e autentiche.
Gianfranco riesce a donare tutte le emozioni che, purtroppo, spesso sfuggono alla vista di chi ha dimenticato le radici e ogni altro retaggio di quello splendido lembo di terra chiamato Salento.