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Sinisa, pelle rossazzurra, cuore nerazzurro e midollo biancoceleste

Creato il 01 maggio 2010 da Mariellacaruso
Sinisa, pelle rossazzurra, cuore nerazzurro e midollo biancoceleste
di Daniele Lo Porto ... che ringrazio per il contributo
Sinisa Mihajlovic punta al grande slam, lo ha ammesso candidamente in più di un’occasione. Un tris di obiettivi da centrare per una stagione per lui indimenticabile: la salvezza del suo Catania, lo scudetto per l’Inter e la permanenza in serie A per la Lazio. Pelle rossazzurra, cuore nerazzurro, midollo biancoceleste: Sinisa faceva il duro in campo e non è certo un tenero in panchina ma è, in fin dei conti, un "macho" dai buoni sentimenti.
E pensare che a mettere in crisi i campioni d’Italia con una sconfitta pesante ci ha pensato proprio lui, riaprendo involontariamente il discorso scudetto. Al Massimino i nerazzurri sono stati letteralmente umiliati con un perentorio 3 a 1 che non ammetteva scusanti. Quasi tragicomico l’atteggiamento di Lucio e Materazzi in occasione del terzo gol segnato da quello sciatore sull’erba che è Martinez, uno che salta i difensori avversari come i paletti dello slalom gigante.
Alla vigilia, come a caldo, a fine partita, in sala stampa, Sinisa non si è scomposto più di tanto: nessun sassolino da togliersi dalla scarpa o senso di rivalsa, né dichiarazioni euforiche per un altro “clamoroso al Cibali” con quaranta e passa anni di ritardo. “Sono contento per la vittoria della mia squadra. Abbiamo fatto una grande partita”, si limitò a dire l’allenatore venuto dall’est, che però nella realtà mediterranea di Catania si è subito perfettamente integrato, tra abbuffate di pesce e la pressione quotidiana dei tifosi sempre più raggianti.
Sinisa ha addirittura spazzato via in pochi mesi il ricordo di un altro grande ex interista che, fino a meno di un anno fa, sedeva sulla panchina rossazzurra: Walter Zenga. Con quest'ultimo il Catania ottenne la salvezza con due mesi di anticipo, cancellando i sofferti finali di stagione precedenti. Ma poi l’ex Uomo ragno, bruciò in un attimo affetto, credibilità e riconoscenza accettando, senza alcun tentennamento, la proposta indecente di Maurizio Zamparini: allenare il Palermo. Mihajlovic ha fatto meglio prendendo un Catania ultimo in classifica e già dato per spacciato e portandolo, domenica dopo domenica, sempre più in alto.
Sinisa, che è vincente e ambizioso, non certo meno del Walter volante, ma di sicuro più intelligente e caratterialmente misurato, evita di andare sopra le righe, si mostra ironico e rispettoso, ma non concede attenuanti a nessuno. I calciatori etnei non hanno bisogno di sentirlo gridare per capire che non è contento di loro. “Basta uno sguardo…”, sottolinea capitan Peppe Mascara, quello del cucchiaio su rigore contro l’Inter. Se avesse sbagliato Mihajlovic lo avrebbe appeso a qualche gancio nello spogliatoio e lasciato lì chissà per quanto. E non è una supposizione visto che Mihajlovic lo ha detto chiaramente... a futura memoria.
Adesso manca ormai pochissimo al tris perché l'allenatore venuto dall'Est e transitato per la sponda nerazzurra di Milano e quella biancoceleste di Roma allo scudetto dell’Inter ed alla salvezza di Catania e Lazio ci ha sempre creduto.

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