Chi, nei mitici anni Ottanta, lo vide trasmesso dalle varie emittenti regionali, non può averlo certo dimenticato, con quell’ inquietante individuo che, nascosto sotto una rossa tonaca da boia, strangolava le proprie vittime tramite una lunga frusta.
Riscoperto oggi su supporto dvd – con trailer nella sezione extra – dalla preziosa Sinister Film, era Il fantasma di Londra
(1967), facente parte – insieme a Il gobbo di Londra (1966) e Il teschio di Londra (1968) – della serie di lungometraggi che il tedesco Alfred Vohrer trasse dai romanzi di Edgar Wallace.Infatti, nonostante la presenza dell’ignoto serial killer che sembra quasi anticipare i colleghi analoghi dello slasher-movie, nato soltanto nel decennio successivo, non si tratta di un horror vero e proprio, come potrebbe erroneamente ricordare chi lo visionò tramite i succitati passaggi televisivi, bensì di un giallo.
Giallo movimentato e, soprattutto, ricco di colori valorizzati dall’ottima fotografia, che parte dalla figura di un detenuto in un carcere di massima sicurezza liberato da un misterioso individuo e inviato a uccidere due studentesse di un college, per poi arrivare all’omicidio, da parte dell’assassino in rosso, di due professori che pare abbiano avuto relazioni affettive con le ragazze; mentre l’ispettore Higgins alias Joachim Fuchsberger indaga.
E, rimanendo sempre all’interno del ricco catalogo Sinister con delitti all’inglese, non
possiamo fare a meno di segnalare Gli artigli dello squartatore (1971) di Peter”Una messa per Dracula”Sasdy, produzione Hammer tra le meno note, ma non rientrante tra le peggiori, proposta con mini-poster all’interno della confezione e contenuti speciali rappresentati da trailer originale, galleria fotografica e immancabile presentazione di Luigi Cozzi.Con una non indifferente dose di violenza, un’insolita variante sul tema di Jack lo squartatore che ricorre a un clima morboso e malato per porre in scena la figlia del noto omicida, aiutata da uno psichiatra in quanto preda dello stesso “vizietto” del genitore dopo che, da bambina, lo vide eliminare a pugnalate la madre.
Presentazione di Cozzi anche per altri due rari titoli sfornati dalla label specializzata in cult e classici di genere del passato: La casa dei mostri (1957) e Al di là dell’orrore (1959), entrambi girati in bianco e nero.
Il primo, arrivato nel nostro paese soltanto a metà anni Sessanta e diretto da Boris Petroff sotto pseudonimo Brooke L. Peters, è un tipico prodotto fanta-horror sulla scia dei lavori firmati dal trash director Ed Wood, autore di quel Bride of the monster (1955) di cui, qui, ritroviamo il colossale Tor Johnson nei panni di Lobo, personaggio analogo a – e con lo stesso nome di – quello interpretato nel film del responsabile di Plan 9 from outer space (1959).
Ne è protagonista il grandissimo John Carradine, impegnato a concedere anima e corpo a un folle scienziato che, affiancato dalla sua assistente, intende creare esseri umani immortali usando una speciale ghiandola artificiale da lui creata, riducendo, però, a mostruosi automi i poveri pazienti che gli si rivolgono per terapie antidepressive.
Il secondo, invece, il cui titolo originale significa “La donna nuda e Satana”, è un lungometraggio
di produzione tedesca che, però, porta la firma del russo Victor Trivas, sceneggiatore de Lo straniero (1946) di Orson Welles.Variazione horror sulle tematiche già alla base del fantascientifico Il cervello di Donovan (1953) di Felix E. Feist, sembra anticipare, in realtà, non pochi elementi che, molti anni dopo, furono alla base del lovecraftiano Re-Animator (1985), zombie-movie ad alto tasso di emoglobina che segnò l’esordio alla regia cinematografica per il maestro del genere Stuart Gordon.
Non a caso, al di là del fatto che il giovane dottore protagonista intenda in questo caso impiantare lo splendido volto di una donna zoppa e gobba sul corpo perfetto di una ballerina, proprio come nella pellicola interpretata da Jeffrey Combs lo vediamo impegnato a tenere in vita la testa di un celebre chirurgo, asportata al momento della sua morte.
Con un cast comprendente Michel Simon, Horst Frank e Christiane Mayback.
Francesco Lomuscio
Scritto da Francesco Lomuscio il apr 29 2012. Registrato sotto RUBRICHE, VIDEODRHOME. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione