Il corteo si è riunito nel pomeriggio in Piazza Santi Apostoli, il motto del fiume umano che ha inondato la piazza è stato: “Fate il lavoro, non fate la crisi”. Nucleo della manifestazione è stato il palco montato al centro della pizza dal quale si sono alternati Maurizio Landini, segretario della Fiom, esponenti della Lista Tsipras e anche Pippo Civati del Pd, ed ha chiuso Nichi Vendola.
Al centro della discussione il Jobs Act e l’articolo 18. In questi mesi il Parlamento ha più volte “manipolato” l’articolo, per modificarne la struttura, ma oggi in Piazza Santi Apostoli si è chiesto di “togliere dal tavolo” l’articolo 18, e si è tuonato anche contro Confindustria, l’attacco più duro è arrivato da Landini. “Ha scritto la riforma e ora aspetta in silenzio”, questa l’accusa mossa a Confindustria,che sembra aspettar nell’ombra gli effetti di una riforma, mal vista, ma di cui è stata tra i principali artefici.
Landini si rivolge a “quel che resta della sinistra” presente in piazza, tra la folla, tra i sindacalisti, e i dissidenti, chiedendo loro di aiutarlo a lanciare un appello alla minoranza Pd invitandoli a non votare il testo del governo.
Sul palco è salito anche Pippo Civati, particolarmente critico con il segretario del proprio partito, accusato di parlare “come un leader di destra”, e che con i suoi modi e i suoi accordi rischia di far perdere i caratteri della sinistra per “Mischiarli” con alcuni connotati di destra.
“Io sono affezionato a un’idea di sinistra che fa la sinistra. Adesso vedo Renzi fare battaglie contro la sinistra come se fosse un leader di destra a furia di frequentare Verdini. Io voglio unire la sinistra non scinderla, quello che si è scisso anche rispetto al programma delle primarie è Renzi”. Queste le amare parole di Civati, che seppur deluso è ancora speranzoso che qualcosa sia possibile fare e lancia l’idea del “patto degli Apostoli” contro quello del Nazareno. Un patto che viene dal popolo, sostenuto dai sindacati e dalla sinistra scesa in piazza con la voglia di far sentire la propria voce.
Nichi Vendola ha tenuto il discorso di chiusura, conciso e riassuntivo, durante il quale ha proposto una “nuova coalizione dei diritti e del lavoro” che da sinistra incalzi il governo sulle politiche economiche e sociali. E sull’annuncio del voto di fiducia sul Jobs Act il leader di Sel replica “significa non avere fiducia nella propria maggioranza e ricorre agli strumenti dell’arroganza. Sarebbe un delitto grave“.
Nel tardo pomeriggio la “seduta” si scioglie, il palco smontato e ci si inizia a disperdere tra i vicoli della città eterna, ma quest’incontro ha lanciato nuove proposte e ha voluto dare un forte segno del dissenso nato intorno al Jobs Act e alla figura di Renzi, che per molti politici Pd, sarebbe un uomo di destra travestito da democratico.