Sinistra in Sicilia, meglio metterci una crocetta sopra

Creato il 23 ottobre 2012 da Albertocapece

Licia Satirico per il Simplicissimus  

Qualche giorno fa ho ricevuto in posta elettronica un’accorata lettera ai progressisti della mia città, intitolata “Se non Crocetta, chi?”: il guaio è che non si riusciva a capire se fosse un invito a votare il male minore o il candidato migliore. La lettera si rivolgeva agli indignati, agli astensionisti e ai “protestatari dell’antipolitica”, ma “anche a uomini e donne di sinistra”, chiedendo loro se preferiscano consegnare la Sicilia al centrodestra o far vincere, pragmaticamente parlando, l’unico uomo di sinistra che abbia chance.
Chiedendo perdono in anticipo all’Accademia della Crusca per la ripetizione seriale di un’espressione mannara, non faccio parte dei “protestatari della politica”: credo profondamente nella dimensione critica della politica e penso che i movimenti di protesta non vadano mai sottovalutati, anche per il rischio di una loro maliziosa strumentalizzazione. Un rischio che certo esiste in una Regione sull’orlo della bancarotta, dipinta poche ore fa in modo implacabile da una puntata di Report come una terra di confine governata in modo surreale, mai libera dall’incubo di mafia, clientelismo e corruzione. L’ultima cosa che desidero è consegnare la Sicilia a chi ne ha fatto scempio, portandola al default finanziario, imbruttendola, colonizzandola, saccheggiandola.

Sono però da sempre di sinistra, per formazione familiare e culturale, per devozione e per emozione: sono laica, credo nello Stato sociale, nella tutela del lavoro, nella protezione dei deboli. Proprio per questo le mutazioni genetiche del Pd siciliano e di quello nazionale non possono lasciarmi indifferente, come non mi lascia indifferente la campagna elettorale di Rosario Crocetta. Sabato scorso l’ex sindaco di Gela ha incontrato i suoi sostenitori messinesi dell’Udc. In questa occasione ha dichiarato che Pd e Udc «parlano la stessa lingua», condividendo valori cristiani e voglia di rinnovamento. Citando Camilleri, suo sostenitore, l’aspirante governatore ha detto di voler portare in Sicilia «aria fresca e pulita».

Mi chiederete dove sia il problema: il problema è l’aria che respirava Crocetta quel pomeriggio. Aria non esattamente fresca accanto a Giampiero D’Alia, già sottosegretario agli interni in uno dei governi Berlusconi, autore nel 2009 di una proposta di legge contro l’apologia di reato a mezzo internet che aveva poco da invidiare all’attuale disegno di legge “salvaSallusti”. Aria non pulita accanto al discusso onorevole Giuseppe Naro, più volte salvato dalla prescrizione e ora indagato per una tangente da 200.000 euro che gli sarebbe stata versata dall’imprenditore Tommaso Di Lernia nell’ambito dell’affare Finmeccanica. È quanto meno impegnativo parlare di legalità, di lotta alla criminalità e di rinnovamento con convitati di pietra di questa portata.
Non ci chiediamo nemmeno se le tangenti passate, ancora in fase di accertamento processuale, possano essere dimenticate in nome dei valori cristiani condivisi dal nuovo corso del Pd: siamo solo confusi di fronte a un’alleanza che sta generando soggetti politici ibridi, con un background ideologico ecumenico che abbraccia generosamente bandiere rosse e abiti talari in nome della salvezza della regione.

Altro non ci è dato sapere sulla seconda vita del Pd siciliano dopo la strana alleanza con Raffaele Lombardo. Non abbiamo mai saputo, del resto, nemmeno cosa pensi Crocetta delle posizioni di Ferdinando Casini sui matrimoni gay “incivili” e sul Monti che succederà a Monti in un’ondata di neoliberismo eterno. Eppure l’aspirante governatore sembra personalmente assai contrario a spending review e macelleria sociale.
Un partito di sinistra che si allea con un partito di centro che è stato un partito di centrodestra è ancora un partito di sinistra? Deve dire cose di sinistra? Il nostro sospetto è che l’Ogm Pd-Udc nasca per raccogliere il consenso degli elettori che di sinistra non sono, e che del resto in Sicilia sono la maggior parte. I sinistrorsi, morettianamente minoritari, stanno ancora riflettendo sui valori cristiani di cui sono portatori a loro insaputa. Crocetta, dì qualcosa.


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