La candidatura di Marini alla Presidenza della Repubblica,
indipendentemente dall’esito del voto, richiama con forza l’ inadeguatezza
dell’attuale sistema politico a fornire le risposte ad una crisi di sistema che
ha abbondantemente contribuito a generare.
Non sono evidentemente stati
sufficienti gli “tsunami” dell’antipolitica per riportare alla ragionevolezza,
come e tanto più resta distante e “irraggiungibile” un qualsiasi ragionamento
che tenda a ridare rappresentatività ai cittadini contestualizzati nei loro
ambiti sociali.
Il tutto e il contrario di tutto
vengono rappresentati con una disinvoltura arrogante e all’interno di una
cornice di decadimento del sistema Stato.
E’ significativo che una
candidatura come quella di Stefano Rodotà sia stata solo appoggiata e non
formulata da una sinistra presente oggi in parlamento, ed è significativo come
una candidatura come quella di Stefano Rodotà abbia risvegliato aspettative non
solo nel popolo della sinistra considerando il suo alto profilo.
Se alcuni segnali come l’elezione
della Boldrini alla presidenza della Camera o gli otto punti di Bersani che di
fatto invertivano il percorso rispetto
“l’agenda Monti” erano vissuti con attenzione e positivamente, le scelte
delle ultime ore evidenzia come la cultura gattopardesca del cambiare tutto per
non cambiare niente, resta egemone.
Mai come in questi frangenti la
mancanza di una forte Sinistra parlamentare pesa sulle scelte per un futuro del
nostro paese.
L’urgenza di un polo di Sinistra
alternativo alla deriva democristiana e liberista del PD, interno al centro
sinistra, è diventata una emergenza politica e sociale davanti agli occhi di
tutti. La costruzione di questo soggetto politico non può più attendere gli
equilibrismi e i veti di chi ormai da troppo tempo ha deciso di difendere gli
interessi dei “poteri forti”.
Senza peccati di primogeniture o
volontà di egemonie il momento della costruzione di una Sinistra per il
cambiamento è arrivato.
Loris
Magazine Società
La candidatura di Marini alla Presidenza della Repubblica,
indipendentemente dall’esito del voto, richiama con forza l’ inadeguatezza
dell’attuale sistema politico a fornire le risposte ad una crisi di sistema che
ha abbondantemente contribuito a generare.
Non sono evidentemente stati
sufficienti gli “tsunami” dell’antipolitica per riportare alla ragionevolezza,
come e tanto più resta distante e “irraggiungibile” un qualsiasi ragionamento
che tenda a ridare rappresentatività ai cittadini contestualizzati nei loro
ambiti sociali.
Il tutto e il contrario di tutto
vengono rappresentati con una disinvoltura arrogante e all’interno di una
cornice di decadimento del sistema Stato.
E’ significativo che una
candidatura come quella di Stefano Rodotà sia stata solo appoggiata e non
formulata da una sinistra presente oggi in parlamento, ed è significativo come
una candidatura come quella di Stefano Rodotà abbia risvegliato aspettative non
solo nel popolo della sinistra considerando il suo alto profilo.
Se alcuni segnali come l’elezione
della Boldrini alla presidenza della Camera o gli otto punti di Bersani che di
fatto invertivano il percorso rispetto
“l’agenda Monti” erano vissuti con attenzione e positivamente, le scelte
delle ultime ore evidenzia come la cultura gattopardesca del cambiare tutto per
non cambiare niente, resta egemone.
Mai come in questi frangenti la
mancanza di una forte Sinistra parlamentare pesa sulle scelte per un futuro del
nostro paese.
L’urgenza di un polo di Sinistra
alternativo alla deriva democristiana e liberista del PD, interno al centro
sinistra, è diventata una emergenza politica e sociale davanti agli occhi di
tutti. La costruzione di questo soggetto politico non può più attendere gli
equilibrismi e i veti di chi ormai da troppo tempo ha deciso di difendere gli
interessi dei “poteri forti”.
Senza peccati di primogeniture o
volontà di egemonie il momento della costruzione di una Sinistra per il
cambiamento è arrivato.
Loris
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