di Ciuenlai
Non sono mai stato un fanatico delle primarie. Le considero ancora un esercizio troppo focalizzato sulle persone, che però potrebbe diventare fantastico se legato prevalentemente alla disputa sulle idee. Ma in questo momento le “Presunte” primarie del centrosinistra (perché mica è detto che a Bersani gliele facciano fare) stanno diventando uno spartiacque tra chi difende quel poco che ci è rimasto di sovranità popolare e chi vuole definitivamente trasformare la democrazia reale in democrazia formale, togliendogli qualsiasi potere decisionale. Il solo indicare chi guiderà il Governo formulando un modesto programma non in linea con il dickat del “ce lo impone l’Europa” (traduco : banchieri, finanzieri, borsisti, mercatari, fondi d’investimento e quanto fa denaro in barba ai cittadini comuni), rappresenta il massimo della rivoluzione, nell’epoca della dittatura dei poteri forti. Non è un caso che questo sta spaccando la “finta” sinistra. Le primarie hanno finalmente messo a nudo le contraddizioni di un “non partito” come il Pd. E si scopre che più di metà della sua “casta” sta con gli impiegati della “Troika” , in arte i Tecnici. Batterli per imporre un progetto, anche minimo, di autonomia, può rappresentare un primo risultato per la ricostruzione di una grande sinistra nel nostro paese. Sapendo che useranno tutto quello che è in loro potere per evitare questa conclusione. Dalla legge elettorale di “parità” (quella che non fa vincere nessuno per far vincere Monti), alle inchieste giudiziarie (oggi Fioroni ha detto che le non dimissioni di Penati ricadono direttamente su Bersani). Sperando, naturalmente che non vinca Renzi, altrimenti siamo daccapo alla santa croce