Sinteticamente

Ciao a tutti! Dire che non scrivo dall'anno scorso può essere una battuta, ma senz'altro veritiera!;) Ma che ho fatto in questi giorni?
Capodanno
durante la serata, trascorsa a casa di amici, ecco che spuntano inaspettati tornei di biliardino con ragazzi tedeschi con cui ti ritrovi assieme per il cenone, amici del ragazzo dell'amica della sorella del padrone di casa, ragazzo della tua amica del gruppo del liceo (una capodanno fra intimi insomma). Abbuffata di tutto rispetto, ma qualcuno di noi alza un po' troppo il gomito e si ritrova a stringere amicizia con la tazza del bagno fino alle 2 di notte. Riportato a casa il combattente prematuramente caduto, ecco dirigerci, su impulso dell'amica dell'amica etc. etc. verso l'Acrobax, centro sociale romano in zona Marconi, nei pressi del lungotevere Dante ("lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate" - se avessimo saputo il nomen avremmo forse previsto l'omen?).

L'accoglienza, fra scritte al neon in disuso, banchetti dove si propone la vendita di "distillati artigianali" e una specie di pira in fiamme davanti all'ingresso dove bruciano rifiuti (mi pare di aver visto anche dei copertoni e dei giornaletti zozzi, ma non ci giurerei), non è delle migliori, ma appena entriamo ci accorgiamo che in realtà è tutto più o meno su quei toni. La musica reggae dal vivo di sessantottini post litteram non ci convince, quindi, facendo lo slalom fra gente in abito scuro e in tuta, declinando cortesemente le proposte di erba, ci rechiamo in un'altra sala, dove troviamo della musica anni '80 ballabile. Tutto alla grande, finché non degenera nei classici della musica italiana degli anni '50. A quel punto abbiamo deciso che è arrivata l'ora dei cornetti, giriamo i tacchi e andiamo via.
Keiko Hajime
Termine giapponese per indicare l'inizio della pratica annuale di Karate. La prima lezione dell'anno, da quanto ho capito, assume una certa importanza e viene condotta in un certo modo. I miei muscoli l'hanno sentita tutta: non mi sentivo così distrutto dalle ripetute sui 200 metri - il che è tutto dire (dimenticate l'uso delle gambe per i prossimi due giorni).
100 Montaditos
Questo il nome di un nuovo (ok, avrà aperto da circa un anno) locale aperto a Ponte Milvio, succursale di una nota catena spagnola di ristorazione, in cui sono stato da poco con amici dell'università. E' una sorta di fast food, la cui specialità sono i "montaditos", micropanini riempiti di qualsiasi cosa, che hanno una capacità di riempirti lo stomaco decisamente oltre ogni previsione.

La situazione era un po' strana, considerando il fatto che, a detta delle mie amiche già state in Erasmus in Spagna, lì era visto come un fast food in cui recarsi nel massimo della sciallezza (nel mangiare, nel vestire, nel pensare). Se consideriamo invece che a Roma il posto si trova a Ponte Milvio, luogo di ritrovo della gioventù crème de la crème di "Roma Nord", in cui spesso e volentieri vedi ragazzi e ragazzi nemmeno maggiorenni in tiro come se dovessero andare all'Opera, ecco che ciò aggiungeva un tocco di surreale al tutto.
Und so weiter
I corsi all'università ricominciano e vecchi amici ripartono con valigie cariche di sogni e di dubbi, mentre nuove conoscenze si presentano sempre più spesso, a volte senza biglietto da visita, ma forse il divertimento sta proprio nell'incontrarle incidentalmente, e poi attraverso le impressioni su diversi piani lasciar emergere la figura in sé. Per costringermi a studiare, lo faccio assieme a mia cugina, che invece sta attraversando l'odissea di commerciale per cui passai io qualche mese fa. L'altra cugina è ripartita per Parigi e andrò a trovarla, si spera. Non so cosa fare con il tedesco.
Per il momento dalla regia è tutto...
Pulchra vobis;)
LuciusDay